Vigilatrici di Rebibbia in sciopero per La collega. Ricevute da Darida e dal nuovo direttore degli istituti di pena Nicoḷ Amato
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STORIA Vigilatrici di Rebibbia in sciopero per La collega. Ricevute da Darida e dal nuovo direttore degli istituti di pena Nicoḷ Amato 01/02/1983 

Hanno denunciato al ministro il clima di paura e di intimidazione che c'è nel carcere. Non si esclude che tra il personale del penitenziario ci sia una «talpa» dei nuclei per il Potere operaio - Oggi i funerali della vittima.

Centocinquanta colleghe della vigilatrice del braccio femminile di Rebibbia Germana Stefanini, uccisa venerdì dai terroristi dei «Nuclei per il potere operaio», ieri mattina sono andate in massa al ministero della Giustizia per denunciare il clima di paura e di insicurezza che ormai domina nel penitenziario. Due attentati in pochi mesi, il primo fortunatamente fallito (la vigilatrice Giuseppina Gallfo, ferita alla testa, si è salvata per miracolo), il secondo, quello di venerdì, con un epilogo tragico.

In un salone del ministero, le vigilatrici hanno esposto la difficile situazione in cui operano al ministro Darida (in foto ndr) e al neo direttore degli Istituti di prevenzione e pena, Nicolò Amato. «Le nostre richieste — ha affermato una rappresentante del personale di custodia — sono elementari: sicurezza e serenità sul lavoro».

Le vigilatrici hanno dibattuto di proposte concrete: la partecipazione alla gestione interna del penitenziari, ora delegata solo ai direttori degli istituti, la ristrutturazione edilizia dei «bracci», per distribuire con più oculatezza la popolazione carceraria ed evitare sia il proselitismo sia il riprodursi dell'organizzazione terroristica anche dietro le sbarre. -Sono richieste — è stato detto — che facciamo da tempo senza essere ascoltate-.

Inespresso ma presente, il sospetto che i terroristi abbiano infiltrati tra il personale di custodia sembra condiviso da molte vigilatrici. E' un'ipotesi che ha preso corpo soprattutto dopo l'arresto, avvenuto nella primavera scorsa, di un brigatista che faceva da «staffetta» tra Rebibbia e il ministero. Tra le colleghe di Germana Stefanini, che ieri hanno disertato 11 lavoro per protesta, c'era anche la vigilatrice che nel piani dei terroristi venerdì avrebbe dovuto essere sequestrata (e solo un caso fortuito ha evitato quest'epilogo). Visibilmente sconvolta, la donna ha preferito chiudersi nel silenzio. Vive nella paura: è stata costretta a trasferirsi in un altro appartamento, non sa se potrà tornare al lavoro.

L'autopsia di Germana Stefanini, compiuta ieri, ha confermato la ferocia dell'attentato. Aggredita nell'androne di casa, la donna 6 stata portata nell'appartamento in cui abita ed è stata «processata». Il verdetto: morte. Quindi i terroristi l'hanno costretta ad uscire dall'appartamento. E' stato allora che la Stefanini, avendo compreso che stavano per ucciderla, ha tentato un'estrema reazione: lo provano i graffi alle mani e l'ematoma alla testa riscontrati sulla salma dai periti dell'obitorio. Immobilizzata e stordita, la vigilatrice è stata trasportata all'esterno e assassinata. Con un colpo alla nuca, sparato a bruciapelo, come ha dimostrato l'autopsia.

Le indagini si annunciano lunghe. Quasi certamente gli assassini sono incensurati, ed identificarli richiederà tempo. Per ottenere indicazioni! utili, il magistrato inquirente si appresta ad interrogare alcuni brigatisti che, catturati di recente, si sono «pentiti». Ci si chiede, intanto, se la Stefanini sia stata uccisa perché, lavorando nella sezione in cui transitano i pacchi per le detenute, aveva scoperto qualcosa. -E' un'ipotesi cui non credo, è più probabile che abbiano assassinato proprio la Stefanini perché era l'obiettivo più facile-, commenta il direttore del braccio femminile di Rebibbia, che preferisce restare anonimo. Infiltrati del terroristi a Rebibbia? -Non si può escludere-.

La Stampa 1 febbraio 1983

 

Germana Stefanini: l'hanno attesa a casa sua, processata e assassinata

I dettagli del sequestro e il feroce assassinio di Germana Stefanini: doveva morire un'altra collega

Ergastolo a tre BR che hanno ucciso la vigilatrice di Rebibbia Germana Stefanini


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