Un centinaio di detenuti sul tetto; battaglia con la polizia, che spara Un detenuto sventola una bandiera con la svastica - Scontri davanti all'edifìcio tra forze dell'ordine ed extraparlamentari di sinistra Milano. Alcuni detenuti in rivolta manifestano sul tetto del carcere di San Vittore.
Disordini al carcere di San Vittore: una settantina di detenuti sono saliti sul tetto e vi sono rimasti fino al tardo pomeriggio. L'edificio è stato subito circondato da polizia e carabinieri. Verso sera sono giunti i pompieri, un elicottero della forza pubblica, ambulanze, e, inoltre, il procuratore generale Salvatore Paulesu e il procuratore capo Giuseppe Micale, che hanno a lungo parlamentato coi carcerati. La maggior parte di loro è rientrata in cella. Sul tetto ne è rimasta una decina. Poco prima delle 21 i detenuti hanno incominciato a gettare le tegole del tetto sugli agenti, i quali hanno risposto lanciando lacrimogeni e sparando raffiche di mitra a scopo intimidatorio. Anche gli agenti di custodia nella torretta laterale hanno ripetutamente sparato in aria. Il tetto al di sopra del terzo raggio, completamente rifatto di recente, è andato distrutto. In piazza sono scoppiati incidenti tra le forze dell'ordine e un centinaio di giovani della sinistra extraparlamentare, che scandivano slogan. Alle 21,45 i detenuti sul tetto erano soltanto due, ma nelle vie intorno al carcere di San Vittore sono ripresi più intensi gli scontri fra extraparlamentari e polizia. Alcune automobili sono state rovesciate per farne barricate. La protesta è iniziata intorno alle 14; sono stati i detenuti « comuni » del sesto raggio; presto tuttavia i disordini si sono estesi al terzo (riservato ai giovani tra i 18 e i 25 anni, anch'essi responsabili o in attesa di giudizio per reati comuni) e al secondo che ospita quasi esclusivamente i « politici ». Per la prima volta nella cronaca delle sommosse carcerarie milanesi dal dopoguerra ad oggi è apparsa la bandiera del terzo Reich: un drappo rosso scuro con al centro un cerchio bianco contenente una svastica disegnata in nero. A calarla da un finestrone del carcere, sarebbe stato il sindacalista della Cisnal Pietro Negri, 48 anni, di Parma, condannato recentemente a quattro anni e sei mesi per porto abusivo di materiale esplodente. La sera del 24 aprile era stato sorpreso in via Val Petrosa, nei pressi della caserma dei carabinieri, mentre a bordo della sua auto, trasportava sessantadue candelotti di dinamite. Durante il pomeriggio la bandiera è stata ritirata. Asserragliati sul tetto, i detenuti — come già in precedenti analoghe occasioni — hanno sventolato a mo' di bandiera, un maglione rosso e altri panni dello stesso colore. Scandivano slogan di richieste della riforma carceraria, e insulti alla polizia. Circa mezz'ora dopo l'inizio della protesta, i vigili hanno bloccato il traffico intorno al perimetro di San Vittore. Alle 23, mentre sul tetto restavano i due detenuti, altri hanno ripreso ad agitare la bandiera con la svastica nazista, illuminandola con una fiaccola fabbricata con corda di giornale. La rudimentale lampada, a un certo punto è caduta sul tetto di un magazzino interno, incendiandolo. Nel carcere si vedono alzarsi dense nuvole di fumo verso il secondo braccio. Fuori, sulla piazza, la situazione sembra lentamente ritornare alla normalità, anche se estremisti e forze dell'ordine continuano a fronteggiarsi da lontano. Negl'incidenti intorno a San Vittore un agente è stato, ferito da una sassata.
La Stampa 4 giugno 1974