In ricordo del Maresciallo del Corpo degli Agenti di Custodia Calogero Di Bona, su iniziativa dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani e dell’Associazione Nazionale Magistrati, stamattina si è svolta la cerimonia di piantumazione di un albero presso il Giardino della Memoria di Ciaculli, dedicato a tutti i Caduti nella lotta contro la mafia.
Alla cerimonia hanno partecipato il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Jacopo Morrone, il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Gianfranco De Gesù, la Signora Rosa Cracchiolo, vedova Di Bona, i figli Giuseppe, Alessandro e Ivan, Autorità civili e militari di Palermo.
Il Giardino della Memoria di Ciaculli ricorda anche l’Agente di Custodia Antonio Lorusso, il Brigadiere Antonino Burrafato e l’Ass. Capo Luigi Bodenza.
Sottosegretario Jacopo Morrone
“Sono venuto a Palermo, alla piantumazione dell’albero in memoria del Maresciallo della Polizia Penitenziaria Calogero Di Bona, ucciso da criminali mafiosi il 28 agosto 1979, per testimoniare ai suoi familiari e all’intero Corpo della Polizia Penitenziaria la vicinanza del Governo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia, on. Jacopo Morrone, a margine della cerimonia svoltasi questa mattina a Palermo nel Giardino della Memoria, un sito confiscato alla mafia e gestito da Unci e da Amn. “Una perdita ingiusta di un uomo coraggioso – ha sottolineato Morrone -, moralmente ed eticamente esemplare. Con fermezza, nel suo ruolo di vice comandante del carcere dell’Ucciardone, il ‘Maresciallo eroe’ ha tentato di contrastare le posizioni di privilegio instauratesi tra i detenuti, nomi eccellenti della criminalità organizzata, e che per questo è stato ucciso. La comunità nazionale non deve perdere la Memoria dei tanti martiri innocenti, vittime dalla criminalità organizzata. Sono loro che ci ammoniscono a non accontentarci di verità consolidate e preconfezionate, ma ad approfondire e a cercare di capire i fatti”. “Credo – ha concluso Morrone prima della sua visita istituzionale al carcere dell’Ucciardone intitolato al Maresciallo Di Bona e alla Casa circondariale ‘Pagliarelli’ – che trasversalmente tutta la collettività ci rivolga una richiesta pressante di legalità e di giustizia. Non c’è dubbio che la battaglia contro tutte le mafie e la criminalità organizzata, e in particolare contro quel sistema mafioso che si è diffuso a macchia d’olio, debba appartenere a tutti noi e non solo a quei segmenti della società che si presentano come unici depositari della lotta alla criminalità mafiosa per una presunta, autocertificata, superiorità morale”.
Maresciallo Calogero Di Bona (Villarosa (EN), 29 agosto 1944 – Palermo, 28 agosto 1979)
Vice comandante dello storico carcere Ucciardone di Palermo, il Maresciallo Calogero Di Bona scomparve il 28 agosto 1979, giorno in cui, dopo essere uscito dall’istituto alle 14,05, si era recato a prendere un caffè con gli amici prima di fare ritorno a casa, in località Sferracavallo. Dopo oltre trent’anni dalla scomparsa, grazie anche alla caparbietà dei figli che hanno instancabilmente cercato la verità sulla scomparsa del padre e hanno cercato di individuare i responsabili del feroce omicidio, rimasto irrisolto per decenni, è stato possibile ottenere la riapertura delle indagini. La Procura della Repubblica di Palermo ha identificato i responsabili sulla base di dichiarazioni fatte da alcuni collaboratori di giustizia. Calogero Di Bona fu dunque vittima di un feroce agguato della criminalità organizzata, che lo sequestrò e lo uccise per impedirgli di denunciare la grave situazione di illegalità della nona sezione e dell’infermeria dell'Ucciardone. Il giorno stesso della scomparsa, il 28 agosto 1979, il Maresciallo Di Bona fu strangolato e il suo cadavere bruciato su una graticola in località Cardillo. All’epoca dei tragici eventi il Maresciallo Di Bona aveva 35 anni, era sposato con la signora Rosa Cracchiolo ed era padre di tre bambini, Giuseppe, Alessandro e Ivan.
Il Maresciallo Di Bona è stato riconosciuto "Vittima del Dovere". Alla Memoria di Calogero Di Bona è intitolata la Casa di Reclusione di Palermo Ucciardone.
Medaglia d'Oro al Merito Civile alla Memoria
Motivazione: “In servizio presso la Casa Circondariale di Palermo Ucciardone, pur consapevole del grave rischio personale, con fermezza ed abnegazione improntava la propria attività lavorativa a difesa delle Istituzioni e contro le posizioni di privilegio tra i reclusi, fra i quali erano presenti alcuni nomi eccellenti della locale criminalità organizzata.
Per tale coraggioso comportamento fu vittima di un sequestro senza ritorno che, solo in epoca recente, si è accertato essere culminato in un omicidio, di cui sono stati individuati e condannati all’ergastolo gli esecutori materiali, risultati appartenenti a cosche mafiose.
Nobile esempio di uno straordinario senso del dovere e di elevate virtù civiche, spinte fino all’estremo sacrificio”. Palermo, 28 agosto 1979