Dopo il turno di guardia nel carcere di Monza. Aveva 29 anni - Terminato il servizio si è nascosto in una garitta e ha premuto il grilletto - Tempo fa era stato ricoverato all'ospedale per "sintomi depressivi".
Un agente di custodia delle carceri di Monza si è ucciso ieri sera sparandosi una raffica di mitra alla testa mentre era in servizio di sorveglianza lungo il muro di cinta della casa di pena. E' Mariolino Ruiu, di 29 anni, nativo di Ozieri, in provincia di Nuoro. Scapolo, occupava una stanza riservata alle guardie carcerarie all'interno delle prigioni. Ieri sera verso le 19,30 Mariolino Ruiu si trovava sugli spalti del carcere per il suo turno di guardia.
Aveva da poco dato il cambio ad un collega con il quale aveva scambiato anche alcune parole. Era normale e nulla faceva presagire quanto di li a poco sarebbe accaduto. L'agente è poi rimasto solo. Ha passeggiato un poco lungo lo stretto corridoio e poi si è fermato all'interno di una garitta. Qui al riparo dalla vista dei colleghi e delle persone che passavano sotto il muro del carcere si è appoggiato la canna del mitra alla testa lasciando partire la mortale raffica. La morte è stata istantanea.
Tre proiettili gli hanno trapassato il cranio conficcandosi poi nel muretto della garitta. Le esplosioni hanno fatto subito accorrere alcuni colleghi dell'agente. Dei passanti, udite le detonazioni, sono fuggiti spaventati temendo fosse in atto una rivolta. Quando gli agenti hanno raggiunto la garitta per il Ruiu non c'era più nulla da fare. Alle carceri di via Mentana è giunto poco dopo il Procuratore della Repubblica di Monza dottor Luigi Recupero accompagnato da un medico che ha constatato il decesso. L'ambulanza ha raccolto il corpo dell'agente trasportandolo alla camera mortuaria del cimitero.
Sono per ora sconosciuti i motivi che hanno spinto il giovane agente ad uccidersi. Non risulta inoltre che abbia lasciato alcun messaggio. Alcuni mesi fa l'agente era stato ricoverato all'ospedale cittadino per «sintomi depressivi». Era stato poi dimesso, e dopo una licenza di convalescenza aveva ripreso servizio.
La Stampa 7 luglio 1972