Troppe incongruenze nell'evasione da Carinola: non si escludono complicità interne
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EVENTI CRITICI Troppe incongruenze nell'evasione da Carinola: non si escludono complicità interne 28/05/2019 

La Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone che indaga sull'evasione dei due detenuti albanesi fuggiti dal carcere di Carinola avvenuta il 26 maggio scorso, coordina un’indagine delicata che, in questa fase, non esclude nessuna ipotesi. Né quella che i Poliziotti penitenziari fossero estremamente distratte, né quella, ancor più grave, che qualcuno dall’interno del penitenziario abbia aiutato i due detenuti a fuggire.

Come riferisce Il Mattino, sono troppe le incongruenze che sono già emerse durante la primma ricostruzione dell'evento.

Un filo diamantato. Un lavoro lungo, poco rumoroso, che li ha tenuti impegnati per chissà quanto tempo, fino a segare le sbarre di ferro della finestra della loro cella. Altro tempo ci è voluto, poi, per calarsi dalla finestra, e senza precipitare, con le lenzuola a mo di liana, e poi per dirigersi verso l’uscita. Improbabile che abbiano scavalcato il muro di cinta, circondato da un’inferriata alta, in alcuni punti, anche sette metri. Più plausibile che, invece, si siano serviti di uno dei varchi, benché essi, almeno sulla carta, sono sorvegliati ventiquattr’ore su ventiquattro. Eppure, di tutto ciò, gli agenti della Polizia Penitenziaria che erano di turno a Carinola la notte tra sabato e domenica non si sono accorti. Né si sono resi conto che, probabilmente, i due fuggitivi sono usciti dalla porta principale, vale a dire uno dei varchi d’accesso all’area del penitenziario Novelli. E, come se non bastasse, c’è da considerare il tempo trascorso tra la fuga, avvenuta tra l’una e le due e 45 della notte, e la telefonata ai carabinieri, scattata quando ormai erano quasi le sette del mattino.

Sembrerebbe impossibile che nessuno si sia accorto di cosa stesse accadendo

Nel frattempo Ervis Markja e Adriatik Geka sembrano spariti nel nulla perché dei due ladri albanesi, sul Litorale e nel Casertano, non c’è più traccia.

Le ricerche per ora non hanno portato ad alcun esito. Non si esclude che abbiano preso un autobus diretto al nord Italia per poi fuggire all’estero. L’unica ipotesi che sembra esclusa è quella del loro rientro in Albania, dove pur hanno avuto problemi con la giustizia.

I due, 26 e 29 anni, nati a Tirana, arrestati nel 2018 per furto, ricettazione, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, e sospettati di colpi in tutta Italia, sarebbero stati scarcerati già nel 2021. Stavano scontando una condanna a tre anni.

 


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