Contestazione in carcere Ieri alle 8 .una parte dei detenuti non ritira il pane, alle 11 rifiuta la minestra e la carne - Nel pomeriggio trecento carcerati non rientrano in cella dopo l'ora d'aria - In un colloquio con un magistrato chiedono la sollecita approvazione dei codici e del nuovo regolamento carcerario.
Trecento detenuti delle « Nuove » hanno Inscenato ieri pomeriggio una manifestazione nei cortili del carcere in solidarietà con gli avvocati e i magistrati che stamane contesteranno l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Alle 8 un gruppo di detenuti del 4", 5" e 6" braccio — In maggioranza giovani tra i 18 e i 25 anni hanno rifiutato la razione di pane (450 grammi), alle 11 hanno rifiutato la minestra e la carne (che viene distribuita due volte alla settimana) e alle 15,30, dopo l'ora del passeggio, si sono radunati nei cortili.
Non rientreremo nelle celle — ha detto un detenuto a nome del compagni — finché non potremo parlare con il Procuratore della Repubblica ed esporgli le nostre richieste ».. Il - gruppo, silenzióso, ha Incrociato le braccia e si è fermato nel mezzo del cortile, sulla neve.
Le guardie carcerarle hanno avvisato il direttore, dott. Di Piazza, il quale ha telefonato alla Procura. Un quarto d'ora dopo è giunto il sostituto procuratore della Repubblica dott. Silvestro. Accompagnato dal direttore e dal rag. Gambera, ha avuto un lungo colloquio con una delegazione di detenuti che gli ha esposto i motivi della manifestazione: Vogliamo una sollecita riforma del codici di procedura civile e penale — hanno detto — e quella dell'ordinamento carcerario, che risale al '32. Soltanto noi che viviamo qui dentro e voi, magistrati, conoscete' la vera Vita del carcere. Chiediamo perciò che alla riforma dell'ordinamento partecipi anche un gruppo di detenuti e di magistrati ».
Si è fatto avanti, a questo punto, un giovane con altre richieste: una nuova amnistia, l'intervento del difensore fin dal primi atti processuali e durante gli interrogatori, la riduzione della carcerazione preventiva. E' da notare che quasi tutu i partecipanti alla manifestazione sono In attesa di giudizio o stanno scontando lievi pene. Il dott. Silvestro li ha ascoltati con attenzione, assicurando che avrebbe riferito al Procuratore della Repubblica e al ministero di Grazia e Giustizia le loro richieste.
Tutt'intorno, le 180 guardie di custodia erano state mobilitate per evitare una rivolta, ma non si sono avuti disordini. Quando il giudice si è allontanato, i trecento detenuti sono, rientrati nelle loro celle, e alle 17 hanno consumato regolarmentela cena.
Nel luglio scorso c'era stata un'analoga dimostrazione tra i detenuti del 4° braccio; la protesta, ripetuta il giorno dopo, era stata sedata con energia e dodici carcerati erano stati trasferiti in altre prigioni.
La Stampa 10 gennaio 1969