L'opera completa ospiterà 500 detenuti - Previste celle singole (9 metri quadrati) ciascuna con i servizi e "camerotti" per 5 persone - Laboratori, aule, palestre, campi da gioco e, forse, una piscina - Particolari dispositivi di sicurezza - Costo previsto: 9 miliardi.
Le nuove carceri giudiziarie di Torino, che sostituiranno le decrepite «Nuove» di' corso Vittorio, sorgeranno, alle, Vallette. Non è una novità: da anni l'amministrazione comunale ha indicato la zona scelta, vincolando un'area di circa 210 mila metri Quadrati ed avviato l'esproprio. L'area si trova di fianco alla strada di Pianezza, poco prima del confine con Collegno.
La notizia «nuova» è Quella relativa al progetto che sembra essere stato prescelto dall'apposita commissione: ora è a Roma, in attesa dell'approvazione definitiva da parte dei ministeri: competenti (Grazia e Giustizia e Lavori pubblici). A Torino comunque è dato per vincente. Da indiscrezioni di Questi ultimi giorni si è saputo che il preventivo di spesa è di nove miliardi di lire: su Questa cifra si sono aperte polemiche, ma le linee del progetto restavano sconosciute.
Ne riportiamo le caratteristiche essenziali. 120 mila mq ' Occupa circa 120 mila mq (circa il 60 per cento dell'area vincolata). Comprende una zona recinta, a forma dì quadrato, limitata da mura con camminamento di ronda, di circa 300 metri di lato; e una zona esterna con gli edifici per.la direzione (sette piani), la caserma e. gli alloggi per gli agenti di custodia. Va precisato che il bando dì appalto a concorso per la costruzione del nuovo carcere torinese, pubblicato nei primi mesi del 1973, indicava alcune caratteristiche alle quali i concorrenti dovevano attenesi (numero dei detenuti e degli, agenti, tipi dì servizi, qualità degli impianti, ecc.). Entro questi limiti, ciascuna impresa concorrente poteva proporre soluzioni tecniche e distributive diversamente articolate. I concorrenti,. inoltre, dovevano presentare un progetto generale da realizzarsi in stralci successivi. L'importo di spesa del primo di questi stralci veniva stabilito dai ministeri in 2 miliardi 730 milioni di lire. Il progetto vincente potrà essere ora accettato a Roma nella sua interezza o con l'esclusione di alcune opere.
Il progetto completo è in grado di ospitare circa 800 persone: 500 detenuti uomini, 50 donne, 150 agenti di custodia, più il personale religioso o « di passaggio ». La parte destinata alla detenzione, all'interno del muro di cinta alto 5 metri e mezzo, comprende due padiglioni per gli uomini: ciascuno è a forma di croce, su tre piani, suddiviso in sottosezioni di 25 detenuti. Un terzo padiglione ospita il reparto donne. Le docce Ogni 25 detenuti, 20 avranno una cella singola di 9 mq, con vetrata, in cui sono previsti un letto, un tavolino scrittoio, mobiletti pensili, uno sgabello; ciascuna cella ha in più un « vano proprio », cioè i servizi igienici. Gli altri 5 saranno sistemati in un «camerotto», anche questo con relativi servizi. Inoltre, ogni sottosezione sarà provvista dì un locale per le docce e di un soggiorno-pranzo comune.
Numerosi bassi fabbricati sono destinati alle attività 'collettive: il gruppo dei laboratori; il gruppo delle aule scolastiche; l'infermeria con reparti di degenza, isolamenti clinici, ambulatori, passeggi per i convalescenti, un reparto per il recupero dei drogati. Inoltre: la cappella; una sala polivalente (cinema, conferenze, manifestazioni eccetera), una serie di sale per colloqui con i familiari (ciascuna per sei detenuti), con gli avvocati e i magistrati. Anche i servizi generali erano indicati nel bando. Il progetto li prevede realizzati con soluzioni tecniche modernissime: dalle cucine (per i detenuti e, all'esterno, per gli agenti con selfservice) alla lavanderia-stireria per mille Kg. il giorno, al settore panificazione automatizzato.
Molto spazio è dedicato ai « momenti di libertà», con particolare attenzione alle attività sportive: ampi cortili per il passeggio, senza incroci o accavallamenti; campi di gioco e campi di foot-ball, oltre alla palestra; nell'ultimo stralcio di progetto sono previste anche eventuali piscine. I criteri ispiratori del progetto sarebbero la funzionalità e la sicurezza, strettamente collegate fra Ioro. Questi obiettivi-sarebbero raggiunti con accorgimenti particolari, dai più semplici (come lo studio dei vari percorsi indipendenti) ai più complessi (come le tecniche adottate per gli impianti idrici, termici, elettrici e di scarico, che oltre a rendere autosufficiente una comunità di circa mille persone assicurano le riserve e i ricambi in caso di guasti accidentali o dolosi) e a quelli di tipo più strettamente carcerario (isolamenti, passaggi particolari eccetera).
L'applicazione dei sistemi tecnici più moderni, secondo il progetto, darebbe sufficienti garanzie perché il nuovo carcere giudiziario possa avere lunga ed efficiente durata e all'occorrenza essere opportunamente ampliato.
La Stampa 6 febbraio 1974