Allagata una cella - Usciti nel corridoio, alcuni detenuti hanno liberato gli altri e dato fuoco a mucchi di carta - La protesta è terminata verso mezzanotte dopo un colloquio con il procuratore della Repubblica.
Trentaquattro detenuti delle carceri di Marassi hanno inscenato, ieri notte, una clamorosa manifestazione di protesta. Nei corridoi hanno dato fuoco a mucchi di carta scandendo a gran voce gli slogans del loro dissenso: « Riforma dei codici », « Più lettere da casa », « Vogliamo la pastasciutta ».
Soltanto l'intervento del sostituto procuratore della Repubblica, dott. Nicola Marvulli, è valso a placare gli animi e a convincere i dimostranti a rientrare nelle celle. Una parte dei 34 detenuti era formata da « veterani », che, nell'aprile scorso, parteciparono alla rivolta nel carcere genovese. Dopo quei disordini, i rivoltosi erano stati trasferiti in altri istituti di pena: sono tornati a Genova in questi giorni in attesa del processo per la sommossa dell'aprile.
La protesta ha avuto inizio ieri sera poco prima delle 23: un gruppo di detenuti ha cominciato a scandire gli slogans, altri, per solidarietà, battevano ritmicamente contro le pareti delle celle. Il rumore si udiva dalle case circostanti. In una cella è stato rotto il rubinetto dell'acqua e in breve tempo il locale si è allagato; gli agenti di custodia sono stati costretti a far uscire i detenuti, i quali, appena giunti nel corridoio, hanno aperto le porte di altre celle.
Verso mezzanotte, è arrivato a Marassi il magistrato. I dimostranti hanno ricordato al dott. Marvulli che molti detenuti sono in attesa, da mesi, del processo. Spesso — hanno detto — i processi si concludono con condanne inferiori al periodo già scontato. Alcuni hanno chiesto la tv sempre accesa e la possibilità di ascoltare la radio in cella fino a mezzanotte. Il magistrato ha invitato tutti i detenuti a mettere per iscritto le loro richieste (il che è avvenuto stamane), e dopo un'ora di conversazione — era ormai l'una di notte — la manifestazione si è conclusa.
Tuttavia nel pomeriggio di oggi un folto gruppo di detenuti ha inscenato un'altra manifestazione di protesta nelle carceri di Marassi. All'ora della « passeggiata », circa 300 carcerati si sono rifiutati di raggiungere il cortile e sono rimasti nei corridoi. Al termine della « passeggiata », non sono voluti rientrare nelle celle.
La protesta si è protratta per alcune ore e ha avuto termine soltanto davanti alla minaccia che la cena non sarebbe stata distribuita.
La Stampa 3 settembre 1969