Una cinquantina di reclusi rifiutano il rancio e incitano i compagni a non rientrare in cella dopo l'« aria» La direzione sospende la passeggiata e informa la Magistratura - I turbolenti trasferiti in altre prigioni.
La rivolta di 4 mesi fa alle Nuove: detenuti ai finestrini che si affacciano su via Boggio. Un violento tumulto che ha fatto temere una nuova rivolta è scoppiato ieri fra i detenuti delle « Nuove ». All'ora del rancio, una cinquantina di reclusi hanno inscenato una manifestazione di protesta contro il ritardo della riforma dei codici e contro la lentezza dei procedimenti penali. Gli stessi motivi che erano stati all'origine della drammatica sommossa del 12.13 aprile scorso, durante la quale i carcerati si erano impadroniti della prigione appiccando incendi, distruggendo e devastando ogni cosa. Attualmente alle « Nuove » vi è posto per circa 400 detenuti. Ieri quasi tutte le celle dei « bracci » riattati dopo la rivolta erano gremite.
I cinquanta ribelli hanno rifiutato il cibo, lanciando invettive contro gli agenti di custodia che insistevano per ottenere il rispetto del regolamento carcerario. Urlando e vociando hanno quindi cercato di indurre i compagni che non partecipavano alla protesta a unirsi a loro. La dimostrazione è durata poco. Il personale di sorveglianza è riuscito a ristabilire presto l'ordine. Ma la calma è tornata soltanto in apparenza. Da una cella all'altra passavano voci d'intesa, e i detenuti più turbolenti davano appuntamento agli altri nei cortili in cui vengono avviati per l'« aria ».
Non c'è voluto molto per capire che una volta all'aperto si sarebbero rifiutati di tornare nelle celle e avrebbero tentato di provocare una nuova rivolta. Rapidamente identificati, I sobillatori sono stati Isolati. Nel frattempo il direttore delle « Nuove » ha informato degli avvenimenti 11 giudice di sorveglianza. Un messaggio sulla situazione era inviato anche al ministero di Grazia e Giustizia, dal quale partiva l'ordine per l'Immediato allontanamento degli elementi più scatenati. Il trasferimento dei cinquanta detenuti che si proponevano dì accendere un'altra sommossa e avvenuto ieri sera ordinatamente, con automezzi della polizia scortati da carabinieri.
Essi sono stati divisi In due gruppi e trasportati gli unì al carcere di Alessandria, gli altri a quello di Marassi, a Genova, dove sono stati rinchiusi in celle separate.
La Stampa 9 agosto 1969