Il caso risalente al dicembre 2013 dell’omicidio-suicidio di due agenti penitenziari del carcere di Torino finisce in Parlamento.
Il deputato di Fratelli d’Italia Ciro Maschio ha presentato una interrogazione al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito alla condanna all’amministrazione penitenziaria, da parte della quarta sezione civile del tribunale di Torino, a risarcire per oltre 870mila euro la famiglia di Giampaolo Melis, l’ispettore ucciso a colpi di pistola dall’assistente capo Giuseppe Capitano che poi si è tolto la vita. Maschio ricorda che la causa dell’omicidio-suicidio viene attribuita dalla sentenza che dispone il risarcimento “all’onnipresente e opprimente clima di tensione, disparità, disorganizzazione e confusione all’interno del luogo di lavoro”.
E sostiene che “a seguito di detto episodio sarebbero emersi numerosi altri casi di grave disagio sul posto di lavoro, pare spesso attribuiti alla cattiva gestione dell’apparato amministrativo”. Maschio cita, in particolare, il caso di un commissario capo “coinvolto in una serie di indagini per atti incompatibili con la sua professione e per le posizioni di responsabilità ricoperte”. Per questo motivo, interroga il ministro Bonafede “se sia a conoscenza di questi fatti e quali interventi intenda adottare per migliorare le condizioni degli agenti di Polizia Penitenziaria“.
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