Stroncata una rivolta nel carcere di Novara
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STORIA Stroncata una rivolta nel carcere di Novara 06/07/1974 

Un tentativo di rivolta è stato stroncato sul nascere stanotte al carcere di Novara: un gruppetto di detenuti ha catturato un agente dì custodia disarmato, costringendolo ad aprire alcune celle. I rivoltosi, in tutto 34, avrebbero poi tentato'di raggiungere un altro braccio della casa di pena, ma nonostante avessero danneggiato il teletono Interno, è stato dato l'allarme. Era mezzanotte e di rinforzo agli agenti di custodia sono accorsi carabinieri e guardie di p.s., in lutto un centinaio di uomini insieme con il sostituto procuratore della Repubblica. Colt. Alvaro Carruba, il questore, dott. Marancio e il comandante il gruppo carabinieri, colonnello Di Salvo. Gli ammutinati, le cui intensioni sono apparse poco cliia-e, non hanno opposto resistenza: liberato subito l'agènte di custodia che tenevano in ostaggio sono rientraci nelle celle. Prima del « cessato allarme » che è stato dato soltanto dopo le 2, sono state perquisite le celle e ciascun detenuto è stato sottoposto ad un'accurata visita personale. Non sono state rinvenute armi. Ogni tentativo di ottenere qualche altro particolare sul nuovo episodio di rivolta dei detenuti novaresi è rimasto fino a stamane senza esito. Dal carcere si risponde che il direttore non c'è ed il magistrato che si interessa della vicenda è irreperibile. Carabinieri e polizia, intervenuti stanotte con un centinaio di uomini schierati all'esterno dell'edificio non sanno nulla. Come mai nel cuore della notte questa improvvisa azione? Forse qualcuno ha captato, via radio, la notizia della sommossa alle « Nuove » di Torino ed ha preso la palla al balzo per continuare l'azione di disturbo. Altri affacciano l'ipotesi che potrebbe trattarsi di un piano eversivo generale, preventivamente coordinato e che nei prossimi giorni dovrebbe interessare altri penitenziari. Sono peraltro tutte illazioni che purtroppo non hanno il conforto dell'informazione ufficiale e ciò per l'assoluto e incomprensibile riserbo e il silenzio che circonda ogni cosa legata alle carceri novaresi, dove è in corso un procedimento penale per la evasione di tre detenuti, avvenuta circa due mesi fa. Abbiamo cercato di sapere almeno da chi sia partita l'iniziativa della rivolta, una notizia importante ai fini dell'inchiesta. Anche qui, però, silenzio assoluto. I cronisti si sono dovuti accontentare di frasi colte al volo qua e là per ricostruire l'accaduto. Sarebbe stato un gruppetto di sette detenuti a prendere l'iniziativa di « catturare » l'agente di custodia (per fortuna disarmato) in possesso del mazzo di chiavi delle altre celle del corridoio. In breve tempo il gruppo si è così infoltito e s'è apprestato a chiamare tutti gli 86 detenuti alla rivolta generale. L'allarme è scattato prontamente ed i rivoltosi sono stati bloccati però ut punto di partenza. Pare che non siano state avanzate al direttore ed al giudice di sorveglianza richieste di sorta e che quindi il motivo sia estraneo a quei movimenti di ribellione che si rifugiano dietro al paravento della riforma del codice e del regolamento carcerario. Tutto lascia quindi supporre che un gruppetto almeno non sarebbe stato alieno dal tentare la fuga. Purtroppo la mancanza di notizie impedisce d'avere il quadro precisò della situazione: i nomi dei promotori sono importanti in questi casi. Parrebbe che per loro sia giunto l'ordine di trasferimento in un altro carcere. Forse, quando questi saranno stati allontanati, si riuscirà a sapere qualcosa di più.

La Stampa 6 luglio 1974

 


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