Per la tragedia di Novi Ligure centinaia di telegrammi di cordoglio sono arrivati al ministro della Difesa e al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri. Sono messaggi di autorità, di uomini politici di esponenti del mondo della cultura, di cittadini.
Tra i primi a telegrafare al ministro Tanassi è stato stamane il presidente della Repubblica Saragat. Al ministro della Difesa il Capo dello Stato ha mandato questo messaggio:
« A pochi giorni dalla morte dell'agente di P.S. Antonio Bellotti, vittima di un atto folle e criminale, l'appuntato Candido Di Leo e i carabinieri Giuseppe Barbarino e Clemente VillaniConte sono caduti nell'adempimento del loro dovere vittime di due pericolosi rapinatori che hanno pagato con la vita il loro triplice assassinio. Mi inchino commosso innanzi alle salme dei tre servitori del Paese che hanno sacrificato la loro vita per difendere la legge — esempio a tutti di dedizione totale al proprio dovere — e la prego, on. ministro, di porgere alle loro famiglie i sentimenti del mio più commosso cordoglio anche a nome di tutta la Nazione. Mentre la violenza criminosa, che talvolta cerca di assumere colorazioni politiche, tenta di colpire le nostre leggi e le nostre istituzioni democratiche, è necessario che tutti i cittadini facciano sentire profonda e solenne la loro solidarietà con i difensori della legge ad ammonimento dei facinorosi e ad incoraggiamento degli onesti ».
Al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale Sangiorgio, hanno telegrafato il presidente del Consiglio, Emilio Colombo, il ministro dell'Interno, Restivo, il presidente della Camera, Sandro Pertini, il presidente del Senato, Fanfani.
La Stampa 26 gennaio 1971