Il sottosegretario al ministero della Giustizia, Jacopo Morrone, sarà in Umbria, venerdì 5 ottobre, in visita alla Casa Circondariale di Terni alle ore 15 e a seguire al carcere di Capanne a Perugia. Su iniziativa del vicepresidente della Commissione Giustizia alla Camera, Riccardo Augusto Marchetti, accompagnato anche dal deputato Lega, Virginio Caparvi segretario regionale Umbria, Morrone incontrerà gli agenti di Polizia Penitenziaria ed effettuerà un sopralluogo nelle strutture carcerarie.
“Ringraziamo il sottosegretario per la sensibilità dimostrata e per l’impegno preso con la nostra regione – spiegano Marchetti e Caparvi – .Come Lega ci interessano le problematiche relative alla sicurezza nei penitenziari umbri e alle condizioni di lavoro degli agenti. Il sovraffollamento delle strutture, dovuto alla massiccia presenza di detenuti stranieri, le situazioni di carenza di organico e mezzi della polizia, così come gli episodi di aggressioni che si ripetono troppo spesso all’interno degli istituti penitenziari, rappresentano criticità da valutare e risolvere“.
I numeri
Secondo i dati forniti in estate dai parlamentari di Fratelli d’Italia Franco Zaffini ed Emanuele prisco, nelle quattro carceri umbre ci sono 1.369 detenuti, a fronte di 1.331 posti disponibili. Di questi, 518 stranieri. Una percentuale, secondo i dati aggiornati dal ministero della Giustizia al 30 giugno, del 38 per cento, quindi ben superiore alla media nazionale .Tunisia, Marocco, Romania, Albania e Nigeria sono le nazionalità più presenti con reclusi accusati dei reati più comuni come lo spaccio di droga, il narcotraffico, i furti, le rapine, le violenze sessuali, ma anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e omicidi. Nel 64,85 per cento dei casi in Umbria vengono denunciate persone straniere o extracomunitarie a fronte di una media nazionale del 38,26.
Per questo, Zaffini e Prisco chiedono al Governo di accelerare sugli accordi con i Paesi di provenienza dei detenuti affinché scontino lì la loro pena, anche in considerazione del fatto che un detenuto costa alla Stato italiano 300 euro al giorno.
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