Rossi: "Cuba o non Cuna, voglio la libertà che mi è stata data,, Prime reazioni dell'imputato del "XXII Ottobre". Ha saputo della liberazione del magistrato Sossi dalla radiolina portatile.
Il magistrato genovese rapito dalle Brigate rosse è tornato a casa, ma Mario Rossi (in foto), numero uno del XXII ottobre, e il suo gregario Giuseppe Piccardo sono ancora detenuti nella casa penale di Porto Azzurro. Abbiamo passato l'intera notte davanti alla vecchia fortezza spagnola, in attesa di vederli uscire da un momento all'altro senza manette. E' stata un'attesa inutile. Il portone di ferro che sbarra l'ingresso della casa penale è rimasto chiuso, i primi tre traghetti del mattino, che collegano l'isola con il continente, hanno lasciato gli scali di Portoferraio e di Porto Azzurro alle 5,30, alle 6 e alle 7,40. a bordo c'erano soltanto comitive di turisti che hanno trascorso all'Elba la festività dell'Ascensione. Altri traghetti salperanno alla volta di Piombino nelle prossime ore, una decina di corse in tutto, fino alle otto di stasera.
La nostra attesa, dunque, continua, così come continua, almeno qui a Porto Azzurro, lo stato d'incertezza che accompagna l'ultima fase di questa drammatica vicenda. Mario Rossi, Giuseppe Piccardo e gli altri sei imputati del gruppo XXII ottobre otterranno davvero la libertà provvisoria che gli è stata concessa dalla corte d'assise d'appello di Genova in cambio della vita del dott. Mario Sossi?
Stamane, di buon'ora, abbiamo cercato di metterci in contatto con il direttore della casa penale, il dottor Raffaele Ciccotti, ma l'impresa è stata vana. Il direttore non si fa trovare, non risponde al telefono, gli agenti di custodia che montano la guardia dietro il portone di ferro sono muti come pesci. Questa impenetrabile cortina di silenzio è calata attorno al penitenziario fin dalla mezzanotte, dopo che, da Firenze, un giornalista aveva telefonicamente informato il direttore della casa penale che il magistrato genovese era staio rilasciato dalle Brigate rosse ed era tornato a casa sano e salvo.
Soltanto nelle prime ore del mattino è trapelata una indiscrezione: Mario Rossi ha saputo dell'avvenuta liberazione del giudice rapito dal notiziario del « notturno dall'Italia», captato dalla radio portatile che ha con sé nella cella d'isolamento dov'è rinchiuso da due giorni. L'indiscrezione non è andata più in là, e non è possibile dire qual e stata la sua reazione. E' facile, comunque, immaginarla. L'altra sera Mario Rossi aveva avuto un moto di stizza apprendendo che l'ambasciata di Cuba presso il Vaticano aveva rifiutato l'asilo politico agli otto imputati del XXII Ottobre. « Cuba o non Cuba — erano siate le sue parole — voglio la libertà: mi è stata data e la pretendo ». Di più, almeno fino a questo momento, non è possibile dire.
Le prossime ore, forse, renderanno meno oscura la situazione: se il procuratore generale della Repubblica di Genova manterrà fede alla sua promessa « Farò rilasciare gli otto detenuti a condizione che sia assicurata l'incolumità personale e la liberazione del dott. Mario Sossi » gli ordini di scarcerazione per Mario Rossi e Giuseppe Piccardo non dovrebbero tardare ad arrivare. Anche Roma l'ammesso che il provvedimento della magistratura vada a buon fine, dovrà dire la sua: scarcerati i due reclusi di Porto Azzurro (e gli altri sei), quale sarà la loro destinazione?
La Stampa 24 maggio 1974