Siracusa. Dopo oltre venti giorni di attesa e di ricerche di un braccialetto elettronico, la Telecom ha comunicato al Giudice Monocratico Luisa Intini l'impossibilità di applicare l'apparecchio ai piedi del detenuto Salvatore Di Fede, 43 anni, ed il magistrato ha ordinato alla Direzione della Casa Circondariale di Cavadonna di accompagnare il detenuto nella sua abitazione per restarvi rinchiuso in regime di arresti domiciliari. Di Fede, accusato di detenzione illegale di quasi dodici chili di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana, sarà giudicato il 3 maggio, con rito abbreviato. Arrestato lo scorso 5 febbraio dai Carabinieri dell'Aliquota Operativa e del Nucleo Radiomobille, Salvatore Di Fede, assistito dall'avvocato Junio Celesti, tre settimane fa aveva deciso di essere
processato con rito abbreviato ed il Giudice Monocratico Luisa Intini, rinviando la celebrazione del processo all'udienza del 3 maggio, aveva tramutato la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari. Per i gravi precedenti penali del Di Fede e in considerazione della sua appartenenza al clan Santa Panagia, il Giudice Monocratico aveva, però, stabilito che i domiciliari entrassero in vigore nel giorno in cui la Telecom avesse reperito un braccialetto elettronico per scongiurare il pericolo che il detenuto potesse darsi alla fuga. La Direzione del carcere di Cavadonna ha chiesto alla Telecom di eseguire il provvedimento del Giudice Monocratico ma ciò non è stato possibile poichè l'azienda telefonica non aveva in magazzino un braccialetto elettronico avendo applicati tutti quelli di cui disponeva a migliaia di detenuti sparsi su tutto il territorio nazionale.La notizia della difficoltà di reperire un braccialetto elettronico ha inquietato non poco Salvatore Di Fede in quanto non avrebbe potuto raggiungere e unirsi alla sua famiglia fino a quando non sarebbe stato recuperato un braccialetto elettronico. L'attesa è durata fino alla vigilia della Festa del 1° Maggio, quando finalmente a Di Fede è stato comunicato di prepararsi per uscire dalla struttura carceraria perchè il Giudice aveva deciso di applicargli la misura cautelare degli arresti domiciliari senza l'uso del braccialetto elettronico.
Il 3 maggio, Di Fede sarà accompagnato dagli agenti della Polizia Penitenziaria al Tribunale di Viale Santa Panagia per difendersi dell'accusa di detenzione illegale ai fini di spaccio di quasi dodici chili di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana. L'ingente quantitativo di droga fu rinvenuto dai Carabinieri all'interno di una casa nella disponibilità del Di Fede. La richiesta di concessione degli arresti domiciliari era stata avanzata dall'avvocato Junio Celesti ed il Giudice Monocratico Intini l'ha accolta, nonostante il parere contrario del Pubblico Ministero Gaetano Bono.
diario1984