Quattro detenuti, armati di spranghe di ferro, hanno preso in ostaggio stasera dopo le 19,30 due agenti di custodia, nel carcere di Augusta e si sono asserragliati nella stanza dell'assistente sociale. E' immediatamente scattato l'allarme. Mentre gli altri reclusi venivano isolati (i detenuti ad Augusta sono 325) il pretore mandamentale, il dottor Carrozza, è entrato nell'ala dove sono i rivoltosi. Non si sa, sino a questo momento, se il magistrato sia riuscito o no a parlare con i quattro.
Si sospetta un'azione organizzata dai Nap (ma ancora le autorità non si sono pronunciate) e nella zona del carcere sono stati fatti affluire, in forza, i carabinieri della legione di Messina. Sono intervenuti il procuratore della Repubblica di Siracusa, Salvatore Astuto, il comandante del gruppo dei carabinieri, colonnello Pietraccini, ed il questore Lo Presti. Un ufficiale dei carabinieri, il cap. Fortunato, è riuscito a salire sui camminamenti di ronda ed ha preso posizione con un nucleo di uomini che puntano le armi contro le finestre della casa di pena, illuminata a giorno con cellule fotoelettriche.
Si apprende intanto, sono le 22,30, che uno dei quattro detenuti si è ferito per forzare una finestra. I quattro detenuti sono Giovanni Ibbà, di 51 anni, di Nuoro, che deve scontare 28 anni e nove mesi di reclusione per omicidio; Giovanni Lazzarino, di 28 anni, di Caserta, 26 anni e quattro mesi per omicidio; Marcello Galermo, di 28 anni, di Matera, condannato all'ergastolo per omicidio. Gli ostaggi sono Antonino Carlozzo e Salvatore Rinaldi.
La Stampa 2 giugno 1975