Poteva avere conseguenze tragiche l’azione di due detenuti italiani, reclusi in isolamento nel carcere di Bollate, che ieri sera intorno alle 21,30 hanno minacciato con una lametta e un paio di forbici un agente di Polizia Penitenziaria, gli hanno sottratto le chiavi e lo hanno chiuso dentro a un a cella legandolo al letto con una coperta. La loro intenzione era quella di aggredire un altro detenuto, che in passato aveva avuto condotte di collaborazione con la giustizia, con il quale avevano avuto delle frizioni. Per questo avrebbero anche aperto altre celle del reparto per ottenere l’appoggio degli altri compagni nella loro spedizione contro il detenuto del quale avevano pianificato l’aggressione.
Solo le urla degli altri detenuti (che, nonostante gli inviti e l’apertura delle porte, non sono usciti dalle proprie celle) e la prontezza degli altri agenti intervenuti hanno impedito che il piano dei due fosse portato a termine. Quando i due, detenuti a Bollate uno da dicembre 2018 e l’altro da aprile del 2018, hanno visto che altri agenti erano accorsi hanno aperto la cella dove avevano rinchiuso l’agente e gli hanno riconsegnato le chiavi. Sembrava tutto risolto quando ecco che i due sono tornati a minacciare un ispettore per costringere gli altri ad aprire la cella dove era rinchiuso il “collega” che doveva essere punito.
Solo dopo un’opera di mediazione i detenuti si sono arresi e a fatica è stato ripristinato l’ordine. L’assistente che ha subito il sequestro non ha riportato lesioni apparenti mentre nella giornata di oggi il direttore del carcere ha disposto la misura di 15 giorni di esclusione dalle attività in comune per entrambi i detenuti autori del gesto che sono stati denunciati in Procura a Milano per sequestro di persona.
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