In corso Vittorio a mezzo chilometro dalle "Nuove" contro gli agenti - Sassaiola anche contro un pullman I giovani del Movimento studentesco lanciano pietre che porta via i detenuti - Divette paline segnaletiche Studenti e polizia si sono scontrati ieri pomeriggio davanti alle Nuove dove i giovani intendevano dimostrare per solidarietà con i detenuti in rivolta.
Il Movimento studentesco era in agitazione fin dal mattino, erano stati distribuiti volantini di fronte alle scuole, all'Università il rettore ed alcuni professori, al termine delle lezioni, erano stati accolti sulla scalinata del palazzo con i1 ncio di monetine. Nel pomeriggio, riunione alle Facoltà umanistiche per discutere « come appoggiare la lotta e le rivendicazioni del detenuti ed organizzare concrete manifestazioni di appoggio ». I partecipanti sono circa 150. Gli oratori sottolineano l'intenzione di chiedere alla magistratura che i rivoltosi non siano trasferiti. Propongono anche un corteo, ma il numero dei presenti è troppo esiguo.
Durante l'assemblea, l'Università viene circondata dalla polizia e si diffonde la voce che le eventuali uscite in massa saranno impedite. I « maoisti » decidono di recarsi alle carceri alla spicciolata. Vi arrivano 'alle 16,30, ma vengono fermati lungo le transenne che chiudono l'accesso in corso Vittorio all'altezza di corso Bolzano. Distribuiscono volantini, parlano con i parenti del carcerati in attesa. Quando arrivano i pullman per il trasferimento dei detenuti, cominciano a rumoreggiare, rifiutano di lasciar libero il passaggio. Gli animi si accendono, volano insulti e le prime pietre.
Gli agenti cercano di respingere gli esagitati con una carica. C'è un fuggi fuggi generale. I « maoisti » si allontanano correndo lungo i binari della ferrovia, altri arretrano sul controvlale di corso Vlnzaglio, iniziando una fitta sassaiola contro i poliziotti. Allarmati, i passanti si rifugiano nei portoni, un invalido è scortato dagli agenti in un garage e potrà allontanarsi soltanto più tardi a bordo di un'auto.
Ritorna la calma, ma per poco. Ogni volta che sul corso transitano auto o pullman della polizia e dei carabinieri gli studenti li accolgono con pietre, bottiglie, scatole di latta. Anche le paline segnaletiche divette dalla carreggiata vengono usate come proiettili. I vetri di un furgone che trasporta due detenuti vanno in frantumi, accorrono le « gazzelle » per portare il veicolo e i passeggeri fuori della zona di pericolo.
Più tardi c'è una seconda carica. Lo scontro con gli agenti è violento. I giovani lanciano pietre ed arretrano. Le forze dell'ordine questa volta inscguono i dimostranti fino in corso Vinzagllo dove si disperdono cercando rifugio nelle vie vicine. Ricompaiono, ma sono ormai poche decine ed hanno perso i contatti tra loro. Restano ancora qualche tempo a discutere ed a commentare i fatti poi se ne vanno.
In serata 50 maoisti si riuniscono all'Università. Fanno l'autocritica perché la protesta non è stata concordata con la « base » e rischia di « portare discredito sul Movimento studentesco ».
La Stampa, 15 aprile 1969