In poche ore due detenuti sono evasi, uno dal carcere di San Vittore, l'altro dall'ospedale «Bassi» di Dergano dove si trovavano. L'evasione più clamorosa è stata compiuta stamane poco prima delle 10 da Giovanni Rinaldini di 37 anni, da Casale Monferrato (Alessandria) ma ora abitante a Bareggio, in attesa di processo per furto e pregiudicato per ricettazione e sfruttamento della prostituzione. Il Rinaldini, arrestato il 26 i agosto scorso per avere rubato un autocarro, ha sempre I tenuto una condotta esemplare guadagnandosi la fiducia della direzione del carcere. Aveva cosi ottenuto di lavorare nel laboratorio di San Vittore dove vengono prodotti tappi di plastica per la ditta Dragoni.
Il detenuto, secondo quanto è stato possibile ricostruire, aveva progettato da tempo la fuga. Alto meno di un metro e settanta e di corporatura minuta, aveva pensato di servirsi dei grossi fusti di cartone nei quali viene fatto uscire dal carcere il prodotto finito. Giovanni Rinaldini con pazienza, senza farsi notare dai sorveglianti, si è preparato i minuziosamente. Con del cartone di scarto ha fabbricato un falso coperchio munito all'interno di una maniglia. Sulla superficie esterna il Rinaldini ha incollato dei tappi di plastica, in modo che, ad una ispezione sommaria lo scatolone sembrasse pieno. Il carcerato stamattina, appena giunto in laboratorio, si è nascosto nello scatolone tirandosi sulla testa il coperchio. Pochi minuti dopo sono giunti i fattorini della ditta Dragoni che hanno prelevato i fusti di cartone caricandoli su di un camioncino. Alla porta carraia di San Vittore gli agenti di custodia hanno ispezionato il carico e anche lo scatolone truccato è apparso regolare.
L'altro svaso nel corso della notte dall'ospedale degli infettivi di Dergano è Alfredo Ugo Filocamo di 22 anni. Il giovane appartiene ad una famiglia molto nota nella malavita. Il padre, morto tre anni fa, era considerato un boss, mentre il fratello Bruno, trentenne, si è guadagnato la fama di duro agendo nell'ambiente del racket delle bische. Il più giovane della famiglia Filocamo, sali alla ribalta della cronaca nel maggio di due anni fa quando feri con sei colpi di pistola il noto ladro d'auto Giovanni «Bob» Cremonesi.
La Stampa 21 settembre 1972