Erano ospiti dell'Istituto «Aristide Gabelli» di Roma Segano le sbarre e fuggono in 13 dal carcere minorile. Sono tutti ragazzi dai 15 ai 17 anni in attesa di essere processati per scippi.
L'evasione è avvenuta dopo lo spettacolo televisivo - Si sono calati nella strada con alcune lenzuola legate - Quattro sono stati ripresi; due sono rientrati in serata.
Tredici ragazzi fra i quindici ed i diciassette anni rinchiusi nel carcere minorile di Porta Portese, in attesa di essere processati, per avere compiuto vari scippi, sono fuggiti ieri sera calandosi con alcune lenzuola annodate da una finestra alla quale avevano segato le sbarre. Quattro di essi sono già stati ritrovati: uno si è costituito mentre gli altri sono stati sorpresi dalla polizia nei pressi delle loro abitazioni.
L'evasione è avvenuta ieri sera verso le undici, al termine dei programmi televisivi ai quali i ragazzi dell'Istituto « Aristide Gabelli » avevano assistito. Secondo il direttore, dott. Sturniolo, la fuga sarebbe stata preparata da qualche giorno, ma solo da un paio di elementi: gli altri avrebbero poi approfittato dell' occasione. E' probabile anche che una volta raggiunta la strada alcuni di essi abbiano trovato ad attenderli dei complici a bordo di macchine.
La sorveglianza all'interno dell'Istituto non è dura. Allo scopo di favorire il loro recupero viene lasciata ai ragazzi una certa libertà di movimento. Così alla sera, prima di andare a letto, possono girare per le stanze per scambiarsi libri e giornali. Ieri sera, finiti i programmi alla televisione, i tredici ragazzi si sono riuniti tutti in una stanza, e quando gli agenti di custodia ed un educatore sono entrati hanno fatto appena in tempo a scorgere l'ultimo ragazzo che come un'anguilla spariva, al dì là della finestra le cui sbarre con ogni probabilità .erano state segate in precedenza.
La finestra è a circa dieci metri da terra e dà su via San Michele. I ragazzi sono scomparsi con fulmineità sbalorditiva. Che l'evasione sia stata preparata anche dall' esterno sarebbe dimostrato dal fatto che qualcuno aveva infranto la lampadina di un lampione vicino e strappato a metà una fitta rete metallica che copre il finestrone del primo piano, affinché l'inferriata, messa a nudo, potesse essere usata dai fuggitivi come una scala.
Dei tredici evasi, dodici sono romani, uno è toscano. Bruno D.P.; abitante alla borgata San. Basilio, lasciati i compagni di fuga, è, andato a casa. All'alba il padre ha telefonato alla polizia perché andasse a riprenderlo. Un'altro, Luciano D., è stato trovato dagli agenti vicino a casa sua, alla borgata Valmelaina. Anche lui aveva utilizzato le ore di libertà per fare una dormita e per andare in giro in cerca dèi vecchi amici. Nel primo pomeriggio a Primavalle sonò stati rintracciati altri due fuggitivi: Luciano G. e Sergio P. che erano in compagnia di un amico.
In serata i quattro hanno fatto ritorno altri due dei minorenni si soni» presentati spontaneamènieial direttore. La fuga dei tredici « corrigendi » ha. riportato sul tappeto un problema ormai vecchio. L'edificio in cui ha sede, l'Aristide Gabelli » è monumento nazionale e nel corso dei secoli è perciò rimasto tale e quale. Anche se i sistemi psico-pedagogici adottati allo scopo di recuperare alla società i ragazzi che vi si trovano rinchiusi sono tra i più avanzati, le strutture dell'istituto sono ormai talmente decrepite da rendere spesso vani gli sforzi degli educatori che vi lavorano.
La Stampa 14 giugno 1969