Rogo a San Vittore: i 300 agenti di custodia solidarizzano con il collega sospeso per non essere intervenuto in tempo
Home > STORIA

 

STORIA Rogo a San Vittore: i 300 agenti di custodia solidarizzano con il collega sospeso per non essere intervenuto in tempo 24/07/1970 

L'orrenda tragedia della "cella 71" fa esplodere il malcontento. I carcerieri di San Vittore dopo i detenuti protestano. I 300 agenti di custodia solidarizzano con il collega sospeso per non essere intervenuto in tempo a soccorrere i tre reclusi con gli abiti in fiamme e lamentano: «Siamo troppo pochi».

Marcello Mereu. Ettore Delti Carri e l'austriaco Gerhard Coser, sono morti per una disgrazia, per il momento inesplicabile, e con ogni probabilità avrebbero potuto essere salvati. Queste le prime risultanze dell'inchiesta condotta dal Procuratore generale di Milano, dott. Domenico Riccomagno. « La circostanza che vi sia stata negligenza nei soccorsi, è materia d'indagine», ha dichiarato l'alto magistrato, nel fare un primo bilancio dell'inchiesta in corso sulla tragedia della cella « 71 ». Egli ha aggiunto anche come l'ipotesi del suicidio sia da scartare, in Quanto i tre ragazzi non avevano alcun motivo per mettere in atto un gesto tanto disperato. Lo si desumerebbe anche dalle istanze di libertà che essi avevano presentato; il Delti Carri, in particolare, aveva interposto appello alla sentenza di condanna del Tribunale di Monza, che lo aveva condannato a una pena detentiva per furto, chiedendo in pratica d'essere scarcerato prima di novembre, Quando sarebbe dovuto uscire da San Vittore per pena espiata.

In base a Quelli che sono stati i primi accertamenti dell'inchiesta, si è provveduto alla sospensione di Costantino Pes, la guardia carceraria che aveva l'incarico di sorvegliare i detenuti del « 4" raggio », all'interno del Quale si trovava le tragica cella. Come è ormai noto, sembra che il Pes fosse lontano dalla cella dei tre giovani al momento in cui vi è scoppiato l'incendio. Sta di fatto che ora i colleghi della guardia carceraria hanno preso lo spunto dal provvedimento disciplinare contro il collega, per dare sfogo ad un vecchio e motivato malcontento.

Ieri è giunto nel carcere un ispettore generale del ministero di Grazia e Giustizia, il dott. Corrado D'Amelio, il quale tra gli altri compiti, avrebbe proprio quello di riferire sull'organico dei sorveglianti di San Vittore. Ed è stato proprio all'ispettore D'Amelio che i collegiali di Costantino Pes. hanno fatto "71", nel momento in cui i tre giovani ardevano vivi, in guanto, come già abbiamo detto, la guardia ha dichiarato che si trovava in giro per il « braccio » onde recapitare la corrispondenza ad altri detenuti.

Intanto si è venuti a conoscere di un altro drammatico episodio accaduto, sempre all'interno di questa decrepita ed inquieta casa di pena, pochi giorni prima dell'ultima tragedia. Un turco. Inani Sukru (in foto ndr) di 37 anni, che era stato arrestato il 25 giugno scorso, in quanto coinvolto nel traffico di un quintale di morfina, scoperto nel sottofondo di un'auto, ha tentato di impiccarsi in cella. Il Sukru che attualmente si trova all'ospedale (a Quanto risulta in condizioni disperate) sarebbe stato soccorso appena in tempo: ancora un attimo di ritardo e sarebbe morto. Dal momento che il Sukru, a detta del suo stesso difensore, aveva confessato di aver partecipato al colossale traffico, per II quale era stato arrestato, il suo tentativo di darsi la morte sarebbe da porsi in relazione non tanto ad una eventuale aspra condanna, bensì allo « staio inumano » in cui terrebbero a trovarsi i detenuti della centenaria prigione di via Filangieri.

La Stampa 24 luglio 1970


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS