No ai domiciliari per Roberto Formigoni. A dirlo è il sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna che ha respinto la richiesta di sospensione dell'ordine di carcerazione avanzata dagli avvocati dell'ex governatore della Lombardia. L'intenzione del pg era stata anticipata nei giorni scorsi, quando la difesa di Formigoni aveva parlato dell'intenzione di chiedere la detenzione domiciliare per l'ex governatore che ha quasi 72 anni. Ora è ufficiale: il pg ha trasmesso il provvedimento di rigetto alla Corte d'appello affinché, tramite un incidente di esecuzione, si esprima sulla richiesta.
Formigoni, che il 21 febbraio è stato condannato dalla Cassazione a 5 anni e 10 mesi, ha incontrato il cappellano di Bollate. Il religioso ha raccontato: "E' una persona tranquilla, serena, cosciente di dover rimanere in carcere per un po' di tempo". Il prete ha poi aggiunto: "Ha l'idea di impegnarsi nel volontariato". L'incontro, precisa ancora don Antonio, è stato "di pochi minuti, giusto per conoscersi, abbiamo scambiato due parole".
Le prime ore in cella: "Qui molta umanità"
"Quando avrà bisogno di parlarmi io sono in carcere tutte le mattine", chiarisce il cappellano parlando di Formigoni senza tener conto della sua notorietà, come fosse un qualsiasi detenuto: "Ha parlato con me, parlerà poi con il suo educatore. E' normale, è un percorso che seguono tutti coloro che entrano in carcere".
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