La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla rivolta avvenuta il 9 marzo scorso nel carcere di Rebibbia. I disordini nel penitenziario romano erano scoppiati in contemporanea con altri istituti italiani, da Milano a Modena fino a Foggia e a Palermo dopo le disposizioni legate alle misure di contenimento della pandemia da coronavirus.
I pm di piazzale Clodio dopo le rivolte a Rebibbia Nuovo Complesso avevano aperto un fascicolo e al termine delle indagini dei pm Eugenio Albamonte e Francesco Cascini, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, sono stati notificati gli avvisi a 55 detenuti che ora rischiano il processo.
La chiusura delle indagini riguarda un segmento dell'inchiesta in cui vengono contestati a vario titolo i reati di danneggiamento, sequestro di persona, rapina, devastazione. Gli indagati sono stati individuati grazie all'esame delle immagini del sistema di videosorveglianza e alle testimonianza del personale della Polizia Penitenziaria.
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