I 280 detenuti delle carceri giudiziarie di Gassi hanno scatenato ieri sera una sommossa che ha avuto momenti molto drammatici. Un agente di custodia è rimasto ferito ed è stato ricoverato al Policlinico; lievi ferite ha riportato anche un carcerato.
Le prime avvisaglie della rivolta, unica nella storia delle carceri messinesi, si erano avute già ieri mattina. I reclusi davano segni dì insofferenza e lo stato di nervosismo era diffuso in tutti i reparti dell'istituto di pena. Ma la vera e propria ribellione è avvenuta in serata. I carcerati sono andati ad assistere agli spettacoli televisivi, divisi per reparto.
Verso le 23 è stato intimato a tutti di rientrare nelle rispettive celle. A questo punto, il rifiuto collettivo di obbedire. Sono stati chiamati gli agenti, che sono giunti nelle carceri al comando del questore, del dirigente della squadra mobile e del capitano dei carabinieri. I detenuti hanno chiesto di parlare con il procuratore generale della Repubblica, ma sì trattava evidentemente di un tentativo per prendere tempo; comunque il procuratore capo dott. Scisca si è recato nel carcere, accompagnato dal sostituto procuratore dott. D'Acquino.
A questo punto l'agente di custodia Tommaso Cammisa si è infortunato cadendo per le scale e si è ferito seriamente. Non si sa ancora con certezza come sia avvenuto l'incidente. E' in corso un'inchiesta. Nel frattempo i carcerati chiedevano di sapere i motivi dell'arresto dei due agenti di custodia, avvenuto ieri l'altro, per complicità nell'evasione dei due pericolosi banditi Giuseppe Scriva e Carmelo Tiezzi, avvenuta il 12 notte. Hanno inoltre avanzato richieste relative al trattamento carcerario. Gli agenti si sono inoltrati nei corridoi e nell'infermeria, accolti però con il lancio di tutti gli oggetti a portata di mano dei detenuti: spranghe di ferro asportate dai letti, pezzi di vetro, suppellettili.
Dopo non pochi sforzi i militari hanno però avuto ragione dei ribelli, catturando il detenuto che aveva capeggiato la rivolta. Pasquale La Rocca, che nel frattempo si era ferito con dei frammenti di vetro. Il La Rocca è stato medicato, ma poiché continuava a dare in escandescenze è stato legato al letto di contenzione con la camicia di forza.
La Stampa 17 aprile 1972