Rivolta al manicomio di Aversa Agente grave, uno in ostaggio
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STORIA Rivolta al manicomio di Aversa Agente grave, uno in ostaggio 28/11/1974 

L'azione di due detenuti - Uno è l'ergastolano torinese Panzeri.
Sanguinoso dramma nel manicomio giudiziario di Aversa: un agente di custodia è stato ridotto in fin di vita con profonde coltellate alla gola, un altro è tenuto in ostaggio da due reclusi, ricoverati in osservazione nell'istituto di pena. Sanitari, magistrati, funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri sono impegnati da parecchie ore in angosciose trattative per salvare un secondino costretto in ginocchio con i polsi legati dietro alla schiena e con le lame di acuminati coltelli puntate alla gola. E' in balia di due folli insensibili ad ogni esortazione a desistere dal loro pazzesco piano di fuga. Nell'ospedale militare di Napoli è stato trasportato l'agente di custodia ferito alla gola. I medici lottano per strapparlo alla morte. Si tratta di Giuseppe Palumbo di 44 anni. Con un difficile intervento i chirurghi cercano di suturare le lesioni. L'agente aveva reagito alle intimidazioni dei malviventi. L'altra guardia carceraria in ostaggio è Ciro Improta, di 37 anni, padre di tre bimbi in tenera età. Uno dei protagonisti del drammatico tentativo di evasione è torinese. Si tratta dell'ergastolano Giorgio Panzeri, 25 anni, che nell'estate scorsa era stato trasferito da Alghero ad Aversa per essere sottoposto ad accertamenti per le sue condizioni psichiche. E' stato protagonista al Nord di una tragica rapina e condannato in assise all'ergastolo per omicidio ed altri reati. Complice del Panzeri è Giuseppe Albanese, 33 anni. Proviene dalle carceri di Reggio Calabria. Da più di un mese era anche lui in osservazione dei medici del manicomio giudiziario di Aversa. E' in attesa di essere sottoposto a procedimento penale per rapina e omicidio. Secondo una prima ricostruzione del drammatico episodio, verso le 19,30, da un gruppo di reclusi che assistevano alla televisione, nella sala refettorio del manicomio giudiziario di Aversa, si staccano Giorgio Panzeri e Giuseppe Albanese, e si avvicinano con un pretesto ai due agenti di custodia intenti alla loro vigilanza. I due estraggono di tasca dei rudimentali coltelli ricavati dai manici di alcune posate. Ingaggiano una breve colluttazione e l'agente Giuseppe Palumbo rimane ferito gravemente alla gola. Dato l'allarme, accorrono altri agenti e l'ufficiale di servizio. Vengono richiesti rinforzi da Caserta e da Napoli giungono reparti di carabinièri e agenti. Sopraggiungono poi, assieme con il direttore della casa di pena, anche il pretore di Aversa, Pietro Colarusso e il procuratore generale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dott. Adami. Si intavolano le trattative per ottenere il rilascio dell'agente Improta.

La Stampa 28 novembre 1974


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