Riunione d'emergenza al ministero di Grazia e Giustizia sulla situazione delle carceri
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STORIA Riunione d'emergenza al ministero di Grazia e Giustizia sulla situazione delle carceri 29/07/1973 

Riunione d'emergenza al ministero di Grazia e Giustizia sulla situazione delle carceri di Regina Coeli e Rebibbia, a Roma, e di San Vittore, a Milano. Si inizia alle 18. Il ministro Zagari (in foto ndr) ha convocato il capo della polizia, Zanda Loy, il comandante dell'arma dei carabinieri, generale Mino, il dirigente generale degli istituti penitenziari, Manca, il capo di gabinetto di Grazia e Giustizia, Altavista, e i direttori generali degli istituti di pena.

Il ministro, che è collegato via radio con i dirigenti della polizia che presidiano il carcere di via della Lungara, segue gli sviluppi della rivolta minuto per minuto. E' stato informato anche dello sciopero della fame in corso da oggi a Rebibbia e della protesta di Milano. Il « vertice » si conclude alle 20,15. Il ministro non ritiene necessarie dichiarazioni alla stampa. Sembra ottimista. Per lui parla il consigliere Tozzoli, che ha partecipato all'ultimo incontro. Dice: «Praticamente siamo stati in riunione da stanotte, a vari livelli e con vari contatti. Il ministro ha parlato con il presidente del Consiglio. Noi abbiamo di volta in volta predisposto le misure amministrative che sono di nostra competenza. Pensiamo che la rivolta di Roma si stia avviando alla conclusione. Ora dobbiamo stabilire i tempi e i modi tecnici dei trasferimenti. Il carcere di Roma è inagibile, inabitabile ». Tozzoli ha detto che unanimemente, da parte di tutti i partecipanti alle riunioni, c'è stato un alternarsi di attenzione, preoccupazione, panico e sofferenza per quanto accadeva. Nella riunione sono state esaminate le varie situazioni, e il ministro ha raccomandato la massima attenzione per gli sviluppi che, dopo la rivolta di Regina Coeli, potrebbero esserci in altre città e in altri istituti di pena.

Le riunioni susseguitesi al ministero di Grazia e Giustizia non hanno affrontato l'aspetto giuridico della vicenda romana. L'inchiesta giudiziaria è aperta e portata avanti dalla magistratura, con senso di responsabilità: e il ministro non ha fatto altro che compiacersene. Si è osservato che un dialogo con i rivoltosi era stato aperto, ma che sono stati gli stessi rivoltosi a rifiutarlo.

La Stampa 29 luglio 1973


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