Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, e il ministro della Giustizia della Repubblica del Kosovo, Abelard Tahiri, hanno firmato oggi in via Arenula l’Accordo bilaterale sul trasferimento dei detenuti.
Per il ministro Bonafede il testo sottoscritto costituisce “un altro, significativo tassello nell’impegno dell’Italia per una intensa collaborazione sia nel settore civile sia in quello penale e per l’ulteriore rafforzamento di un rapporto già solido tra i due Paesi”. Tahiri ha ricordato come il Parlamento kosovaro abbia approvato recentemente una legge in tema di confisca dei beni criminali, manifestando la volontà di “lavorare a stretto contatto con le autorità italiane per la formazione dei giudici, essendo l’Italia un Paese modello nella lotta alla criminalità organizzata che proprio nella confisca ai clan ha ottenuto risultati importantissimi”.
Sono già diversi i progetti di collaborazione avviati nel campo della giustizia e della lotta alla criminalità organizzata tra Italia e Kosovo, Stato proclamatosi indipendente dalla Serbia nel 2008 e, da allora, riconosciuto da 113 dei 193 Paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e da 23 dei 28 Paesi membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Il Guardasigilli, in particolare, ha ricordato la collaborazione nell’ambito di una missione Onu, di Fabio Pinzari, ispettore superiore della Penitenziaria che fornisce consulenza alle autorità kosovare impegnate nel contrasto alla radicalizzazione nei centri detentivi delle città di Pristina e Podujevo.
L’Italia è, inoltre, impegnata, attraverso il Consiglio Superiore della Magistratura, nel progetto di gemellaggio tra Unione Europea e Kosovo per il consolidamento dello Stato di diritto nel Paese balcanico. Sempre in materia di cooperazione giudiziaria, Italia e Kosovo hanno già stipulato due accordi bilaterali, firmati a Pristina nel 2013, in tema di estradizione e assistenza giudiziaria penale. Sono stati ratificati da entrambe le parti e sono entrati in vigore nel 2016. La firma dell’Accordo odierno sul trasferimento delle persone condannate completa il quadro della collaborazione giudiziaria che, a ratifica avvenuta, consentirà un significativo avanzamento dei rapporti tra Roma e Pristina in materia di giustizia.
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