Il trasferimento, previsto da tempo, viene attuato con lentezza perché due famiglie vivono ancora nel carcere sulla via Tiburtina.
Regina Coeli sarà presto smantellato e i 1200 detenuti del carcere « mandamentale » romano saranno trasferiti nel nuovo penitenziario di Rebibbia, sulla via Tiburtina. Nei vecchi edifici di via della Lungara, costruiti 90 anni fa sul lungotevere, resteranno gli uffici amministrativi e i laboratori del centro clinico, con un paio di reparti per i detenuti del centro. I locali inutilizzati saranno probabilmente distrutti.
Previsto già da qualche tempo, il trasferimento dei detenuti non è ancora avvenuto per la lentezza con cui la commissione incaricata di arredare il nuovo carcere svolge i lavori e anche per una vertenza di carattere amministrativo. Due famiglie vivono ancora all'interno di Rebibbia e rifiutano di andarsene se non avranno prima assegnata una nuova abitazione.
Sono le famiglie dei fratelli Micozzi, che abitano una casetta costruita qualche decennio fa in aperta campagna, ma ormai completamente circondata dalle alte mura del nuovo penitenziario. Il complesso di Rebibbia, per il quale nel 1960 furono stanziati oltre 4 miliardi e mezzo, è uno dei più moderni d'Europa: ci sono celle moderne, abbastanza ampie e dotate di servizio igienici, locali per la ricreazione dei detenuti e laboratori di lavoro. Ma tutto rischia di restare ancora inutilizzato se non si provvedere alla sistemazione delle famiglie Micozzi.
La Stampa 10 gennaio 1971