E' stato espulso con accompagnamento alla frontiera, eseguito da personale della polizia di Stato. Ma, a differenza di quanto diffuso in precedenza, il cittadino marocchino non risulta essere vicino ad ambienti dell'estremismo islamico. Rachid Assarag, 44 anni, era già stato espulso con provvedimento del prefetto di Sassari del 5 settembre 2017. Un provvedimento basato su "motivi imperativi di pubblica sicurezza". Legati però non a una sua radicalizzazione religiosa, ma a precedenti penali come violenza sessuale, sequestro di persona, tentata evasione. L'assenza di collegamenti con il mondo dell'estremismo islamico viene confermata anche dal Ministero degli interni.
Assarag poi aveva avuto la possibilità di rientrare in Italia con un visto di dieci giorni per presenziare a un'udienza al Tribunale di Piacenza, dove lui è parte offesa. Di fronte al giudice però l'uomo non si presenta, parte così un alert sul territorio nazionale, e in particolare in provincia di Como, dove risiede la moglie, italiana.
Viene individuato lunedì pomeriggio. Alla vista degli agenti nei pressi della casa della moglie, il marocchino sale su una Opel Corsa e scappa a tutta velocità sulla statale Como-Lecco: all'altezza di Albavilla la sua auto si scontra con una vettura di passaggio e si ribalta. L'uomo tenta di evitare l'arresto minacciando e colpendo di striscio gli agenti con un rasoio elettrico ma è stato immobilizzato ed arrestato. Il tentativo di fuga gli costa l'arresto, la convalida per resistenza e violenza, e un nuovo rimpatrio, in aereo da Venezia. Il giudice infatti sostituisce, con il consenso dell'imputato che aderisce alla richiesta del pm, la pena detentiva con la sanzione dell'espulsione.
"L'espulsione non è legata a motivi di terrorismo - ribadisce anche il suo legale, l'avvocato Fabio Anselmo - ma il mio assistito, per le sue denunce di aver subito violenze dagli agenti di Polizia Penitenziaria, per le quali ci sarà un processo, costituisce una spina nel fianco del sistema penitenziario. Il decreto d'espulsione riguarda reati comuni per i quali è stato condannato".
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