Trovati nelle celle coltelli e sostanze stupefacenti La direzione del carcere ha però dichiarato che il provvedimento è stato necessario per esigenza di ricettività - Aperta un'inchiesta per accertare se l'anfetamina proveniva dall'infermeria o dall'esterno. Quaranta detenuti del carcere di San Vittore sono stati trasferiti ieri mattina in altri istituti di pena dell'Italia meridionale e centrale. I motivi non sono stati resi noti ufficialmente, ma si è appreso che i cambiamenti di sede sarebbero in relazione al ritrovamento di armi improprie, coltelli e sostanze stupefacenti in alcune celle.
La direzione del carcere, interpellata, sulle prime negava il provvedimento sostenendo che gli ultimi trasferimenti risalivano al tentativo di rivolta di tre settimane fa. Il nuovo direttore di «San Vittore», dott. Santamaria, è rimasto introvabile per tutto il giorno e i suoi collaboratori si sono mantenuti nel vago ammettendo soltanto i trasferimenti senza dare particolari sui motivi che li hanno causati. Quando sono' cominciate ad affluire alla porta carraia di viale Papiniano le famiglie dei detenuti per avere notizie dei loro congiunti tutti ì dubbi erano però fugati. « Radio carcere », il misterioso canale attraverso il qua le filtrano le notizie provenienti dall'interno, aveva funzionato ancora una volta: si è appreso che ieri mattina, durante uno dei controlli delle celle, gli agenti di custodia avevano rinvenuto, nascosti sotto i pagliericci e negli armadietti, numerosi coltelli, fabbricati usando i cucchiai in dotazione ai detenuti, siringhe ipodermiche e flaconi di sostanze che sono all'esame degli esperti.
Gli inquirenti ritengono si tratti di eccitanti, probabilmente anfetamine. L'inchiesta è rivolta ora ad accertare se i medicinali provengano dall'infermeria di « San Vittore » o se siano stati introdotti dall'esterno I detenuti sorpresi in possesso del materiale proibito, tutti dello stesso raggio, sono stati fatti partire ieri mattina per le carceri di La Spezia, Pescara, L'Aquila, Volterra, Lucerà, Bari e Brindisi. II provvedimento è stato adottato d'urgenza in quanto, evidentemente, gli inquirenti hanno temuto che si stesse preparando un'altra rivolta.
A tarda sera il capo del secondo ufficio del carcere ha acconsentito a parlare con i giornalisti. Ma ha detto che i trasferimenti sono dovuti ad esigenze di capienza e di ricettività del carcere milanese.
La Stampa 1 maggio 1972