Da direttore di un carcere a detenuto nel giro di un mese. È la storia di Antonino Porcino, ex numero uno della casa circondariale di Bergamo che da ieri mattina (26 giugno) è passato a quella di via Arginone a Ferrara. Con una differenza non da poco: questa volta è ‘dalla parte sbagliata’ delle sbarre.
Porcino è in custodia cautelare dall’11 giugno, su ordine del gip di Bergamo Lucia Graziosi. Inizialmente detenuto a Parma, è stato trasferito a Ferrara perché in via Arginone è presente una sezione protetti: visto il passato di direttore di carcere (per 33 anni ha diretto quello di Bergamo), per il gip è stato meglio evitare il contatto diretto con gli altri detenuti. L’inchiesta che lo ha coinvolto lo vede accusato di corruzione, peculato e falso.
Secondo gli inquirenti, il dirigente avrebbe usato il suo potere per favorire un’azienda, la Alfa Express di Urgnano, nella gara per l’installazione di distributori automatici di tabacchi e bevande all’interno del carcere: da qui l’accusa per corruzione. Un reato che ha portato all’arresto anche di due imprenditori di Urgnano, Mario Metalli e la figlia Veronica.
Ma la sua gestione “spregiudicata sotto il profilo del mancato rispetto delle regole”, come scritto dai pm bergamaschi, si sarebbe spinta anche oltre: ormai prossimo alla pensione (scattata nel maggio di quest’anno), durante il suo ultimo anno in servizio nel carcere il direttore sarebbe riuscito a farsi certificare circa 200 giorni di malattia, in modo da poter arrivare a fine carriera con una ricca ‘riserva’ di ferie mai sfruttate che gli sarebbero valse oltre 10mila euro di contropartita economica.
Per questo fatto è finito in manette anche il dirigente sanitario del carcere, Franco Bertè. C’è poi la questione dei ‘water scomparsi’: Porcino avrebbe infatti sottratto beni di varia natura alla struttura di cui era responsabile facendoseli recapitare direttamente a casa, per giunta dalle guardie carcerarie durante l’orario di servizio. Ad esempio due water per un suo appartamento, in località Lallio, che era in corso di ristrutturazione, ma anche alcune bombole di gas e risme di carta. Tra gli arrestati compaiono i nomi anche di Antonio Ricciardelli e Daniele Alborghetti, comandante e commissario della Polizia Penitenziaria bergamasca, mentre altre 22 persone sono indagate nell’ambito dell’inchiesta. Porcino è l’unico tra gli arrestati attualmente detenuto nella casa circondariale di Ferrara.
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