Per procurare lo stupefacente al figlio, detenuto nel carcere di Bergamo, ha pensato bene di riempire due succulenti polli arrosto con 107 grammi di hascisc. L’involucro non ha però passato i controlli all’interno della casa circondariale e l’uomo, A.F., calabrese di 58 anni residente a Cesano Maderno (Monza Brianza), è stato arrestato dalla Polizia Penitenziaria dell’istituto di pena bergamasco con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’episodio risale a sabato mattina, quando il 58enne, che lavora in un’impresa edile di Bollate (Milano) e ha alle spalle diversi precedenti per furto, tentato furto, ricettazione, violazione delle norme sull’assicurazione (tutti anteriori al 2012), intorno alle 13 si presenta ai cancelli del carcere di Bergamo per andare a trovare il figlio che sta scontando una condanna. Con sé ha alcuni sacchetti. Una volta nella sala controlli, gli agenti in servizio iniziano a controllare il contenuto degli involucri e scoprono che i due polli destinati al figlio non sono stati “farciti” con i tradizionali profumi, quali origano, alloro e rosmarino, bensì con 107 grammi di hascisc, suddivisi in sei panetti avvolti con cellophane trasparente. L’uomo viene immediatamente arrestato e perquisito, ma addosso non viene rinvenuta altra droga. Anche la perquisizione dell’auto con la quale è arrivato a Bergamo dà esito negativo. Gli agenti di Polizia Penitenziaria decidono allora di perquisire la sua abitazione di Cesano Maderno. Anche in questo caso non viene trovata sostanza stupefacente. All’interno dell’appartamento, però, saltano fuori una pistola a salve, alcune cartucce di tipo militare, probabilmente anch’esse a salve, e un ordigno, una bomba a mano a salve. Ieri il calabrese è comparso in tribunale per l’udienza di convalida e il processo per direttissima solo per il reato relativo alla detenzione di droga (per le armi procede a parte la Procura di Monza).
"Non sapevo che nei due polli ci fosse l’hascisc - si è difeso in aula il 58enne -. Mio figlio mi aveva chiesto di portargli del cibo, che poi lui avrebbe diviso con altri detenuti che non hanno parenti e non hanno quindi la possibilità di ricevere beni alimentari in carcere. Mi aveva detto di affidarmi ad alcuni marocchini, che non conosco, che di solito stazionano in bicicletta all’esterno della casa circondariale di Bergamo. Avevo già fatto così altre volte in passato e non era mai successo nulla". Il giudice Alessandra Chiavegatti ha convalidato l’arresto e ha concesso al 58enne la misura degli arresti domiciliari, con la possibilità di uscire di casa, dal lunedì al venerdì, dalle 5.20 alle 18, per recarsi al lavoro. Il processo è stato rinviato al 22 novembre per la sentenza.
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