Sono più di cento richieste di trasferimento consegnate in poche settimane come segno di protesta da parte degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale “PAsquale Di Lorenzo” di Agrigento. Il permanente stato di criticità organizzativa - così come pubblicato da agrigentonotizie.it - soprattutto legato all’esiguo numero di poliziotti in servizio, ha indotto, quale forma tacita di protesta, il personale a presentare la domanda di mobilità in altri carceri.
Per effetto della Legge “Madia”, sono state 64 le unità ridotte dalla pianta organica. Meno agenti, significa anche maggiori carichi di lavoro per il personale che devo comunque garantire i servizi previsti dall’ordinamento. I turni estenuanti, concedi negati , tempi di riposo non consoni e lo svolgimento di servizi non previsti, inducono nel personale del carcere di contrada Petrusa, uno stato di eccessivo stress che rischia di ripercuotersi anche sulla sicurezza stessa del penitenziario. Ai problemi di organizzazione lavorativa, si aggiungono anche quelli strutturali che si ripercuotono direttamente sulla qualità della vita per i detenuti.
Tra i tanti disagi, non ultimo, quello della carenza di acqua che limiterebbe anche l’igiene personale delle persone in cella. Le organizzazioni sindacali di categoria, si sono riunite in serata per discutere delle criticità. Responsabili delle sigle: Sappe, Fsa cnpp, Uilpa Penitenziari, Uspp, Cisl Fns e Ospa, hanno richiesto un incontro al direttore della casa Circondariale Valerio Pappalardo.
A quest’ultimo sarà presentato un documento unitario, nel quale si chiederanno soluzioni alle criticità attuali. Intanto, la mobilitazione del personale di polizia Penitenziaria, da Agrigento si estende a macchia di leopardo e sono diverse le iniziative di protesta che in diverse città italiane, si svolgeranno nelle prossime settimane.