Polizia Penitenziaria: procedimenti disciplinari iniziati con atti falsi nel carcere di Torino. Interrogazione parlamentare
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NOTIZIE Polizia Penitenziaria: procedimenti disciplinari iniziati con atti falsi nel carcere di Torino. Interrogazione parlamentare 30/04/2019 

C’è fermento tra il personale della Polizia Penitenziaria, da tempo in lotta attraverso le organizzazioni sindacali per le condizioni di lavoro all’interno del carcere di Torino e per i difficili rapporti con i vertici dell’amministrazione. Di recente la senatrice di Forza Italia, Maria Virginia Tiraboschi, ha inoltrato al ministro della Giustizia, un’interrogazione sulle «anomale» procedure disciplinari istruite in Piemonte, oggetto di un procedimento penale avviato nel 2014, a seguito di un esposto del sindacato Osapp, conclusosi poi con un’ archiviazione.

Ma l’inchiesta della magistratura, come rileva la stessa senatrice, aveva accertato che i procedimenti disciplinari istruiti nei confronti degli agenti della Polizia Penitenziaria, pur essendo «ricolmi di atti falsi accertati dallo stesso pubblico ministero», erano stati redatti in modo da non « ledere alcun interesse concreto». Da qui l’infondatezza della notizia di reato e l’archiviazione. Ma resta l’anomalia di una prassi che, secondo il sindacato, rischia di non rispettare i diritti dei lavoratori.

In questo contesto si inserisce l’interrogazione sollecitata dall’Osapp. Perché a distanza di anni dagli accertamenti della procura di Torino «nulla si è fatto - scrive la senatrice Tiraboschi - al fine di verificare l’illiceità degli atti, sebbene la loro natura contra legem fosse palese; gli avvenimenti descritti risultano essere molto gravi, dal momento che si tratta della disciplina del tribunale interno della Polizia Penitenziaria, di atti stilati per l’esame della condotta degli operatori del Corpo di Polizia Penitenziaria, a cui gli stessi possono e devono aver accesso, anche ai fini della propria difesa legale».

Su queste premesse, la senatrice ha chiesto al ministro se è al «corrente di tali avvenimenti e della loro portata, specie considerato il fatto che i procedimenti descritti non sono nemmeno stati annullati in autotutela: quali provvedimenti o iniziative intenda assumere per conservare il prestigio e l’onorabilità dell’Amministrazione, dal momento che i direttori e i funzionari, rei di aver falsificato gli atti, sono ancora all’interno del sistema, continuano a giudicare gli agenti della Polizia Penitenziaria e alcuni hanno addirittura fatto carriera; se sia stato avviato un procedimento disciplinare a carico dei responsabili o, in caso contrario, quale sia la ragione sottostante al loro mancato perseguimento».

lastampa.it


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