Pietro Scaglione era un personaggio chiave in una cittą difficile
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STORIA Pietro Scaglione era un personaggio chiave in una cittą difficile 06/05/1971 

Giovedì sera, gli amici lo avevano festeggiato per la nomina a procuratore generale, carica che avrebbe ricoperto a Lecce, alla fine del mese. Stamane in piena Palermo i killers della mafia l'hanno ucciso con il suo autista. Il procuratore capo della Repubblica Pietro Scaglione aveva 65 anni; era vedovo da sei; padre di due figli (Antonio ventiduenne, laureato in giurisprudenza e assistente universitario di procedura penale, e Mariella, sposata con il dott. Riggio, funzionario dell'ente regionale di sviluppo agricolo)

Pietro Scaglione era un personaggio chiave a Palermo. Di lui si parlava quasi ogni giorno sui quotidiani locali, specie da quando la sua attività era stata oggetto di esame da parte della commissione antimafia. Sottoposto ad indagine disciplinare, in seguito alla sensazionale fuga di Luciano Liggio, era stato « assolto » pochi giorni fa e quindi era scattata la promozione a procuratore generale, che era rimasta in sospeso durante l'inchiesta sul suo conto condotta dal Consiglio superiore della magistratura. Schivo, di poche amicizie, di bassa statura, rotondo non obeso, aveva i capelli rossicci. Parlava quasi sempre sottovoce e di rado s'adirava. Il suo stile era pacato, modesto.

Quando passava, meglio sarebbe dire sfrecciava, nell'atrio del palazzo di giustizia per raggiungere l'ufficio, i carabinieri battevano i tacchi e s'irrigidivano sull'attenti; gli uscieri accorrevano. Chinava il capo, in un saluto sbrigativo, e velocemente andava a chiudersi nel suo ufficio al secondo piano; ma dava l'impressione di volersi « rintanare ». I suoi colloqui con gli ufficiali dei carabinieri ed i funzionari di polizia erano segretissimi; nessun estraneo era ammesso. Si sa, però, che Scaglione aveva l'abitudine di ascoltare gli interlocutori senza interromperli, tenendo in mano una biro da cinquanta lire, con cui tracciava disegni su fogli di carta, un gesto che forse l'aiutava a riflettere e che secondo i grafologi, denota un carattere molto complesso..

« Con gli amici — ha detto il commercialista dott. Giuseppe Mercadante, che lo conosceva molto bene — si dimostrava brillante, oratore capace di battute sarcastiche, che citava spesso espressioni latine, retaggio d'una solida preparazione umanistica ti. Proprio con gli amici Scaglione negli ultimi tempi si apriva, confidando le sue amarezze, conseguenti « ad eventi ed equivoci » accaduti negli ultimi tempi della sua carriera. Anche la sede di Lecce era stata una delusione e non lo nascondeva. Era stato promosso a procuratore generale, ma non in una grossa città ed a conti fatti, la sede giudiziaria di Palermo, come procuratore capo, gli sembrava di maggior prestigio.

Figlio d'un proprietario terriero di Lercara Friddi, a 60 chilometri da Palermo, Scaglione aveva quattro fratelli: due capi-ufficio al Comune e a! Provveditorato regionale alle opere pubbliche; e due sorelle insegnanti liceali di lettere, una sposata con il commissario capo di Pubblica Sicurezza Giuseppe duecione, l'altra con il prof. Madonia, un ortopedico che dirige il Centro traumatologico dell'Inail a Palermo. Giungeva in ufficio verso le dieci e mezzo del mattino per andarsene intorno all'una; tornava nel pomeriggio e, quando c'era qualche « caso » grosso ( delitti di mafia per esempio) si fermava fino a tardi con i suoi collaboratori più stretti.

L'agente carcerario Lo Russo, ex sergente dell'esercito, da 14 anni era in servizio presso la procura della Repubblica. Era nato a Ruvo di Puglia (Bari), aveva 41 anni ed era sposato; lascia due figli, Felice di 8 anni, e Salvatore di 3. Antonio Ravidà Oggi si doveva decidere sul confino per Liggio Palermo, 5 maggio, (a. r.) Domani la sezioni: antimafia del tribunale di Palermo avrebbe dovuto prendere in esame la propota di invio di Luciano Liggio a soggiorno obbligato. L'udienza non si terrà perché il palazzo di giustizia ha sospeso i procedimenti in seguito all'assassinio del dottor Scaglione.

La Stampa 6 maggio 1971


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