Certificati medici per malanni inesistenti o mai accertati con una visita. Documenti falsificati a seconda delle necessità per giustificare giorni di permesso per malattia. E 'orari' manomessi per non incappare nella ingiustificata assenza durante la visita fiscale.
Come riporta Il Corriere dell'Umbria al centro dell'inchiesta del sostituto procuratore Anna Maria Greco ci sono due medici e cinque agenti della Polizia Penitenziaria a cui il magistrato contesta, a vario titolo, le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e falsità ideologica. Nei loro confronti è stato da poco emesso l'avviso di conclusione delle indagini, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. Secondo quanto emerso, gli indagati si sarebbero adoperati per presentare alla direzione dell'istituto penitenziario perugino di Capanne certificati manomessi, o emessi senza che ve ne fosse stato bisogno, al fine di mettersi in malattia e percepire "l'ingiusto profitto pari alla retribuzione indebitamente percepita per il periodo di tempo" in cui gli indagati erano "ingiustificatamente" assenti dal posto di lavoro. In particolare, nel mirino della Procura, è finito un dottore dell'Altotevere, e una guardia medica di Perugia che avrebbero "certificato la presenza 'della patologia senza che il paziente venisse sottoposto a visita medica". Ma nel fascicolo c'è anche una guardia medica "indotta in errore" da un agente della penitenziaria che avrebbe sostenuto di essere affetto da "cervicalgia e cefalea". Gli episodi contestati a vario titolo ad agenti e medici, in concorso tra loro, si sarebbero verificati nel lasso di tempo compreso tra il 2015 e il 2018. Per tutte le contestazioni, gli agenti indagati vengono indicati quali "istigatori e beneficiari della condotta criminosa". Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli, Daniela Paccoi, Giusi Mazziotta, Norma Menghini, Silvia Terradura, Antonio Aiello e Katia Mercuri.
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