"Perché mai un magistrato di procura specializzato nella benemerita lotta giudiziaria alla mafia (benemerita se condotta con mezzi legali e costituzionalmente consentiti) dovrebbe vantare una sorta di pretesa a occupare il ruolo di direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria?".
A dirlo, intervistato dal Riformista, è il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, commentando la querelle fra Bonafede e Nino Di Matteo sulla direzione del Dap.
"E' invece anomalo - spiega Onida - che a svolgere questo ruolo si ritenga sempre necessario preporre un magistrato (il cui compito è quello di svolgere le funzioni giudicanti o requirenti, non quelle amministrative relative si servizi della giustizia), quando l'amministrazione penitenziaria dispone di tanti ottimi e sperimentati funzionari, alcuni dei quali anche noti esponenti di punta della cultura dell'esecuzione penale aderente dalla Costituzione, e tutti specificamente formati e cresciuti nell'esercizio proprio di questi compiti".
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