Per i reati dell'autunno caldo il PSI presenta alla Camera la sua proposta di amnistia
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STORIA Per i reati dell'autunno caldo il PSI presenta alla Camera la sua proposta di amnistia 03/02/1970 

Riguarda anche le agitazioni studentesche - Le prospettive di accoglimento del progetto, ha detto De Martino, sono legate alla costituzione del nuovo governo di centro-sinistra - L'amnistia dovrebbe avere efficacia per i reati commessi fino al 31 dicembre '69.

I deputati socialisti hanno presentato alla Camera la proposta di amnistia e di indulto per i reati connessi alle manifestazioni sindacali dello scorso autunno, estesa alle manifestazioni studentesche. Primo firmatario della proposta è il capo del gruppo del psì, on. Antonio Giolitti (in foto ndr).

Le prospettive di accoglimento dell'amnistia sono legate, come ha detto il segretario socialista De Martino alla direzione socialista, alla costituzione del governo quadripartito di centro-sinistra. L'assicurazione di De Martino indica, però, il consenso di massima degli altri partiti, non l'accettazione in dettaglio delle proposte socialiste. Sul modo come l'amnistia dovrà essere concretamente articolata si discuterà, prevedibilmente, durante le trattative per la formazione del programma del nuovo governo. In base al progetto socialista, « il Presidente della Repubblica è delegato a concedere amnistia per i seguenti reati, se commessi a causa od in occasione di agitazioni o manifestazioni sindacali o studentesche o di agitazioni o manifestazioni attinenti a problemi del lavoro, dell'occupazione, della casa e della sicurezza sociale:

a) reati punibili con pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni di reclusione (vi rientrano i reati più comuni in occasione di manifestazioni, resistenza a pubblico ufficiale, violenza a pubblico ufficiale, ecti.) ovvero con pena pecuniaria sola o congiunta a detta pena;

b) reati previsti dagli articoli 338 (violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario), 419 (devastazione, escluso il saccheggio), 423 (incendio);

c) reati di cui all'art. 1 del decreto legislativo 22 gennaio 1948 n. 66 (blocchi stradali, ferroviari e portuali);

d) reati di cui alla legge 8 febbraio 1948 n. 47 (reati di stampa);

e) delitto di cui all'art. 4 della legge 2 ottobrz 1967 n. 895 (portare armi da guerra in luogo pubblico o aperto al pubblico, in violazione della legge sul controllo delle armi) ».

I proponenti avvertono di aver voluto soltanto indicare e determinare le situazioni di fatto che sì intendono prendere in considerazione, senza dare alcun rilievo alle finalità di reati commessi. Indicano poi, in dettaglio, i .criteri per il computo della pena ai fini dell'applicazione dell'amnistia. La stessa proposta dice che « il Presidente della Repubblica è delegato a concedere indulto per i reati di cui già specificati, nella misura non superiore a due anni per le pene detentive e per l'intera pena pecuniaria, in favore di quanti non beneficiano dell'amnistia ». Si precisa anche che, fermo restando il divieto di applicare il provvedimento di clemenza ai delinquenti abituali o professionali o per tendenza, l'amnistia e l'indulto si applicano ai recidivi che non abbiano superato una pena superiore a 3 anni per fatti non colposi.

II beneficio dell'indulto è revocato di diritto qualora chi ne abbia usufruito commetta, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore del decreto, un delitto non colposo per il quale riporti condanna detentiva superiore a sei mesi. L'amnistia e l'indulto hanno efficacia, secondo la proposta, per i reati commessi fino a tutto il 31 dicembre 1969

Nel motivare la proposta, i deputati si riferiscono alle « molte imputazioni relative a figure di reati che la nostra coscienza sociale e la Costituzione della Repubblica considerano superate ». Ma si riferiscono, soprattutto, a situazioni di disagio determinate dal ritardo e dalle difficoltà con cui l'ordinamento giuridico si adegua alla realtà sociale.

Vengono citati gli articoli 3 e 46 della Costituzione: « Il primo fa riferimento all'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del lavoro.

A giudizio del psi, « sono proprio questi gli obiettivi che hanno caratterizzato le lotte sindacali ». E' quindi « pienamente giustificato il provvedimento di amnistia e di indulto». «e perde valore l'obiezione della eccessiva frequenza dei provvedimenti di amnistia. Si tratta, in fondo di provvedimenti eccezionali».

Si aggiunge, infine, che « si è voluto includere le manifestazioni studentesche per chiudere il passato con un atto di comprensione per superare le difficoltà che turbano la scuola».

La Stampa 3 febbraio 1970


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