Sette detenuti, che scontavano pene per rapine ed altri reati, sono evasi ieri sera, poco dopo le 18,30, dalle carceri di via Romagnosi. Carabinieri e polizia sono impegnati in una caccia serrata. Tre dei sette detenuti sono pericolosi: si tratta di giovani provenienti dal manicomio criminale di Reggio Emilia. La fuga è avvenuta attraverso un grosso foro praticato in un angolo del locale-docce. Da qui sono passati all'interno del garage del carcere. Quindi sono usciti passando dal portone secondario che dà in piazzetta Garavaglia, in pieno centro storico. Gli evasi sono: Giuseppe Lombardi, 21 anni, abitante a Magenta (in attesa di giudizio per rapina): Corrado Pitti, 25 anni, di Borgo/ranco d'Ivrea (stava scontando una pena per rapina e altri gravi reati, giunto alle carceri di Pavia nel 1972 dopo la rivolta di Piacenza); Carlo Fabiani, 31 anni, abitante a Copparo (Ferrara), che scontava una pena per rapina a mano armata, proveniente dal manocomio criminale di Reggio Emilia; Anzo Muarevic, 31 anni, originario di Skopje (scontava una pesante con danna per rapina; era stato condannato anche in appello): Renato Lanzani, 24 anni, di Milano (scontava una pena per rapine e altri gravi reati); Giorgio Baldoni, 30 anni, residente a Milano, condannato per rapina, proveniente dal manicomio di Reggio Emilia; e Francesco Zucchetti, 29 anni, di San Giuliano Milanese (scontava una pena per rapina a mano armata e altri reati), anch'egli proveniente da Reggio Emilia. L'evasione e stata possibile anche per la leggerezza del personale: secondo quanto ha dichiarato lo stesso procuratore della Repubblica, dott. Antonino Borghese, nel carcere non sarebbe stato osservato completamente il controllo previsto dal regolamento. I detenuti, infatti, lavoravano da giorni al loro piano. Eppure nessuno se riè accorto. Dopo la fuga sono stati ritrovati nel locale-docce dei sacchi contenenti mattoni e calcinacci. Un'evasione che ha dell'incredibile proprio perché è stato attuato un piano semplicissimo sotto il naso dei guardiani. E' chiaro che verrà aperta una severa inchiesta. In pratica, non sono scappati i detenuti che non se la sono sentita, altrimenti le celle sarebbero state vuote. Il carcere di Pavia ha una capienza di 70 posti. Quasi sempre però ospita 90 e anche 100 detenuti. Il personale è limitatissimo: sei tra guardie e sottufficiali, invece dei venti che sarebbero necessari.
La Stampa, 16 dicembre 1974