Il primo provvedimento è del febbraio 1865 per « i fatti di Torino» - Dalla costituzione della Repubblica gli atti di clemenza sono stati ventisei.
E'' opinione di molti giuristi che le frequenti concessioni di amnistie e indulti sono indice di leggi non adeguate ai tempi e di mancate riforme. Il rapido progredire della scienza ha aumentalo ancora più « il distacco tra ieri ed oggi ». L'amnistia, che verrà emanata il prossimo giugno, è già contestata dai detenuti e dagli avvocati. In Italia i provvedimenti di clemenza sono sempre stati elargiti con larghezza.
Dal 186S al 1943 ne furono concessi 206. I primi tre sono del 1865: amnistia del 26 febbraio per i «fatti di Torino », indulto dell' 1 marzo per i reati di stampa e vari, amnistia del 1° giugno ai disertori del 1848. In occasione dell'Unità d'Italia furono concessi amnistia e indulto generali dopo due altri provvedimenti che riguardavano i militari. Il 31 gennaio 1867 fu decretata un'amnistia per i reati politici, il 9 maggio un indulto che riguardava Mantova e le Venezie, ed il 5 dicembre un'amnistia per invasione del territorio pontificio.
Sarebbe troppo lungo elencare tutti gli atti di clemenza. Ricordiamo soltanto i principali: 1870 amnistia per 1 fatti di Bortigali; amnistia e indulto per i reati commessi a Roma e nel Lazio; 1880 indulto per i -fatti di Genova; 1892 amnistia per i furti di legna nel Montello; 1894 indulto per i fatti di Sicilia e di Massa e Carrara; l'anno successivo indulto per i fatti di Sicilia e Lunigiana. L'amnistia del 1900 concerne i militari; per la prima volta si contemplano anche i reati finanziari. Nel 1905 vengono condonate le soprattasse e le pene pecuniarie per contravvenzioni alle leggi di registro, di successione, sul bollo, sulle tasse di «manomorta » e sulle tasse per le assicurazioni ed i vitalizi. Tre mesi dopo un'amnistia riguarda tutti i reati commessi in occasione di moti popolari, pubbliche dimostrazioni e tumulti.
Durante e al termine della prima guerra mondiale sono frequenti gli atti di clemenza per i militari. Nel febbraio del '20 è concessa un'amnistia, per contravvenzioni alle disposizioni relative al divieto del taglio degli ulivi, all'abbattimento dei gelsi ed all'esportazione interprovinciale degli animali bovini. Nel '25 amnistia e indulto in favore dei fascisti; nel '37 e nel '40 amnistie e indulti per l'Etiopia e la Libia. L'ultimo provvedimento di clemenza di « regio decreto » è quello del 5 aprile 1944 per reati comuni, militari e annonari. I cinque seguenti, fino al 29 maggio del 1946 sono decreti luogotenenziali. Il 29 giugno '46 viene emanato il primo decreto presidenziale che riguarda l'amnistia e l'indulto per reati comuni, politici e militari.
Dalla proclamazione della Repubblica ad oggi gli atti di clemenza, compresi quelli politici, militari, comuni, annonari, finanziari, e per detenzione di armi sono stati 26. L'ultimo è quello del 6 giugno 1966, con decorrenza dal 31 gennaio precedente.
Sono passati quattro anni e si è reso necessario elargirne un altro, un po' per correggere le severità della legge nei casi pietosi, ed urr po' per sfoltire le migliaia di fascicolo processuali che si sono accumulati negli uffici giudiziari.
La Stampa 7 maggio 1970