Non tutte le opere pubbliche progettate a Brescia e provincia sono ferme. L’iter per il nuovo carcere di Verziano — un intervento da 12 milioni di euro — procede come da cronoprogramma. Lo conferma al Corriere il provveditore interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna, Pietro Baratono: «Mercoledì è stata convocata una riunione con il gruppo di progettazione e si è stabilito che entro un mese circa ci sarà la presentazione del progetto preliminare dell’opera da sottoporre, poi, all’approvazione di tutti i soggetti competenti». E l’inizio dei lavori? L’ingegnere non vuole esporsi ufficialmente, vista l’incognita delle complicanze burocratiche e soprattutto dei ricorsi al Tar (Brescia ne sa qualcosa, vedi Musil o bonifica Caffaro) ma prevede «l’indizione della gara per i lavori entro l’anno, per l’inizio lavori a fine 2019». Più prudenziale immaginare l’avvio dei cantieri nei primi mesi del 2020: da contratto dovranno essere realizzate in 720 giorni, ai quali seguiranno altri 6 mesi per il collaudo. Insomma, il nuovo carcere di Verziano, da 400 posti, che manderà definitivamente in pensione Canton Mombello, dovrebbe essere fruibile nel 2023.
La progettazione
Resta il fatto che l’iter ormai è irreversibile. Il 4 luglio è stata affidata la progettazione ad un gruppo di professionisti torinesi — Tecnicaer Engineering Srl, Rpa Srl e Progettisti Associati Tecnarc — che per redarre il progetto hanno offerto un ribasso molto corposo, del 40,5% (ovvero 561 mila euro). Progettazione che doveva essere consegnata entro sei mesi. Quindi un piccolo ritardo già c’è. L’ingegner Baratono ricorda che «si stanno portando avanti tutte le attività propedeutiche alla progettazione» ovvero «in indagini geognostiche e carotaggi per le verifiche tecniche degli edifici esistenti, anch’essi oggetto dell’intervento». Inoltre sono in corso «incontri tra tutti i soggetti coinvolti, anche all’interno della struttura detentiva». Insomma, una progettazione partecipata, come aveva auspicato l’assessore ai Lavori Pubblici Valter Muchetti. A fine mese il progetto preliminare, dovrà incassare l’ok del «dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e dell’amministrazione carceraria». Se ne andrà così aprile, poi due mesi per il progetto definitivo «che sarà anch’esso sottoposto all’esame del Dap e del comitato tecnico amministrativo del Provveditorato. A seguito di ciò, sarà dato il via alla redazione dello stralcio esecutivo del valore di circa 12 milioni» ricorda Baratono.
I lavori
Più interessante capire che lavori verranno fatti per portare la capienza di Verziano da 72 a 400 detenuti (anche se oggi ne ospita il doppio di quanto potrebbe). Ci sarà la ristrutturazione dei fabbricati attuali (inaugurati nel 1986) ma anche un nuovo padiglione da 320 posti su 11mila metri quadri, caratterizzato da «camerotti a 4 posti con una innovativa soluzione della finestratura di facciata». Al piano terra ci saranno le cucine e i locali per il tempo libero, nei due piani superiori sezioni detentive da 160 posti l’una. Resta congelata per ora la realizzazione di un casermaggio per la Polizia Penitenziaria e le loro famiglie e altre strutture per le attività collaterali (orto, laboratori, officina). «Servirebbero per lo meno altri 15 milioni per completare tutta la struttura» aveva detto a luglio il deputato Pd Alfredo Bazoli, che nella precedente legislatura molto si era speso per recuperare i fondi necessari all’intervento. «Questo è un ottimo inizio, poi troveremo i fondi per il completamento definitivo della struttura» avevano replicato l’onorevole Simona Bordonali (Lega) e Claudio Cominardi (5 Stelle).
I numeri
Per realizzare strutture esterne funzionali al carcere prima lo Stato deve entrare in possesso dei 74mila metri quadri di campi intorno alla casa di reclusione, che appartengono ancora all’azienda agricola Verziano. È in corso da due anni un’estenuante trattativa tra Loggia e privati per avere i terreni in cambio della cessione di Palazzo Salvi Bonoris di via Tosio (che per la Loggia vale quasi il doppio rispetto ai campi). Palazzo che è stato messo all’asta per ben due volte (la prima a 3,3 milioni la seconda a 2,6 milioni) senza però ricevere alcun offerente. Ora si entrerà nel vivo della trattativa: la Loggia ha bisogno di quei campi ma la giunta Del Bono ha scelto di averli senza concedere 28mila mq di aree edificabili al Villaggio Sereno. Quando cederà i terreni allo stato il Demanio in cambio darà al Comune un pezzo di caserma Randaccio dove in futuro si realizzerà il polo scolastico di Brescia centro. Palazzo Bonoris, oggi oggetto dell’incuria del tempo, potrà essere trasformato in residenze di lusso ma anche in un hotel od in centro convegni (logicamente dietro il placet della Soprintendenza) e potrebbe così tornare al suo antico splendore. Una triplice opera di rigenerazione, che ora dovrebbe finalmente partire.
brescia.corriere.it