Notte di rivolta a Regina Coeli. Furiosa battaglia, carcere in mano ai detenuti
Home > STORIA

 

STORIA Notte di rivolta a Regina Coeli. Furiosa battaglia, carcere in mano ai detenuti 28/07/1973 

I seicento detenuti, ribellatisi ieri sera a Regina Coeli, fronteggiano le forze dell'ordine (1500 fra carabinieri e agenti di ps) che circondano l'edificio e la zona trasteverina lungo la via Lungara. Stamani, alle 10, in un Incontro con 1 magistrati Occorsio e VitaIone (è Intervenuto anche il consigliere Altavista, capo di gabinetto del ministro Zagari).

I rivoltosi hanno fatto sapere che continueranno nell'occupazione del carcere In mancanza di un impegno scritto del ministro. Chiedono la riforma dell'ordinamento carcerario e del codice di procedura penale. Sono uscite da Regina Coeli le due guardie carcerarie, appuntato Lilli. 48 anni, sposato e padre di una . bambina, e l'agente Baccari, di 30, anch'egll sposato e padre di una bambina. Erano rimasti bloccati ieri sera al momento della rivolta. Si era temuto che fossero tenuti come ostaggi. Si è appreso invece che i due agenti sono stati liberi di muoversi, in tutte queste ore ed hanno cercato, ma invano, di far opera di persuasione.

Nulla per il momento lascia ritenere che la rivolta possa avere una soluzione pacifica. Sono stati fatti affluire, in massa, uomini e mezzi. Secondo indiscrezioni, ci si preparerebbe ad una irruzione nel carcere per ristabilire là normalità. Le forze dell'ordine per ora sono intervenute soltanto per impedire, con il lancio dei candelotti, una fuga in massa.

La rivolta ha avuto inizio ieri, verso le 20, nel reparto « transito », al settimo braccio, per un episodio abbastanza futile. Un magistrato, dott. Vitalone, era' nel carcere per condurre, alcuni interrogatori. Un detenuto si è arrampicato su un finestrone: protestava, per essere stato condannato, giovedì scorso, dopo una lunga detenzione preventiva, e dichiarava di poter provare la sua innocenza grazie ad un'importante testimonianza. Il magistrato lo ha convinto a scendere, e accortosi che aveva riportato alcune abrasioni alle mani, lo ha mandato a farsi medicare in infermeria. Poco dopo il recluso è stato' condotto in un ufficio dal magistrato, che doveva redigere un verbale sull'episodio.

La prolungata assenza del giovane è stata la miccia della ribellione. Si è sparsa la voce che era stato picchiato e rinchiuso In cella di punizione, e prima che gli agenti di custodia riuscissero a riportare la calma, la situazione era diventata incandescente. « I detenuti stavano preparando una "lettera aperta" per il ministro Zagari — dice il dott. Corsaro, ispettore nel carcere — quando quelli del "reparto transito" (che devono cioè essere inviati a altre case di pena) hanno cominciato ad abbattere porte, finestre, vetri e cancelli,». Le guardie, a quell'ora una- per ogni piano, hanno cercato .di mettersi in salvo.' Lilli e Baccari erano rimasti bloccati.

ORE 20,45: la rivolta coinvolge tutti i detenuti del settimo braccio. Comincia, la distruzione. Dopo aver abbattuto un muro che separa il reparto « transito » dagli uffici ci matricola », situati al piano terra, i reclusi hanno dato fuoco a materassi e altro materiale.

21,00: la ribellione diventa generale, mentre verso via della Lungara convergono mezzi della polizia, dei carabinieri e dei vigili del fuoco, che vengono bersagliati dalle tegole che i reclusi scagliano dai -tetti. Le autopompe non riescono ad entrare nel carcere. All'interno, nei braci V, VI e VIII i detenuti si armano di spranghe di ferro e bastoni e si preparano a resistere ad un'eventuale irruzione. In preda a una rabbia incontenibile sfasciano, tutto quanto capita loro sottomano.

21,30: La maggior parte del rivoltosi è sui tetti. Solamente i ricoverati nel reparto infermeria non hanno preso parte alla rivolta. All'esterno, oltre alla polizia ed ai carabinieri, cominciano a giungere parenti ed amici dei reclusi. «Vogliamo la riforma dei codici, ma la vogliamo subito, siamo stanchi di aspettare! » urlano, i rivoltosi.

23,00: alcuni detenuti si avvicinano al portone principale di Regina Coeli: un lancio di candelotti lacrimogeni li respinge indietro. Nel carcere è stata tolta l'energia elettrica. La zona è illuminata solamente dai riflettori piazzati all'esterno. La cassaforte di Regina Coeli, contenente denaro, orologi ed altri oggetti preziosi di proprietà del detenuti, è stata scassinata.

24,03: Frank Coppola, il noto boss italo-americano, è colpito da un attacco cardiaco. Avrebbe bisogno di cure: le trattative per il trasferimento giungono a buon fine.'Poco prima delle quattro,; « Frank tre dita» lascia Regina Coeli su una autoambulanza, scortato da due guardie carcerarie ed un infermiere. Il mezzo, scortato da ima « gazzella » dei carabinieri, ha raggiunto Perugia. Un'altra ambulanza trasporta in ospedale un giovane, Giacomo Masi, rimasto ferito ad un braccio.

1,00: la biblioteca del carcere è incendiata: prima che i vigili del fuoco riescano a domare le fiamme, il locale viene quasi completamente distrutto. Durante la notte la situazione permane tesissima. Sono giunti agenti della scuola di, pubblica sicurezza e altri rinforzi. Si esclude l'ipotesi di un'« irruzione ». Alcuni testimoni dicono di aver visto mucchi di « catenelle » (un rudimentale tipo di manette) che servirebbero a immobilizzare i detenuti.

Entrando a Regina Coeli gli agenti si troverebbero in posizione di netta inferiorità rispetto ai rivoltosi, che dai tetti, li bersagliano con ogni sorte' d'oggetti. Un capitano dei carabinieri, Servolini, che si era avvicinato troppo alla parte secondaria del carcere, è stato preso di mira da un detenuto che gli ha scagliato una grossa trave. L'ufficiale si è salvato quasi' per miracolo.

Ore 9: ventinove detenuti hanno chiesto di essere trasferiti, e si sono consegnati. 25 di loro erano nel reparto infermeria. Non avevano preso" parte alla rivolta. Gli altri, circa seicento, resistono. Nei prossimi giorni, quando tutto sarà finito, i carcerati dovranno essere trasferiti da Regina Coeli.

La rivolta segnerà la fine del vecchio istituto di pena. Fino a questo momento non si intravede la possibilità che la rivolta sia prossima a calmarsi.

11: è giunto a Regina Coeli il capo di gabinetto del questore del questore di Roma, dott. Frasca, il quale, accompagnato da ufficiali dei carabinieri e della pubblica sicurezza, ha percorso a piedi tutto il perimetro del carcere. Secondo alcune indiscrezioni si starebbe preparando un'azione di sorpresa per domare la sommossa. Poco dopo è stato appiccato un altro incendio nell'interno del carcere.

La Stampa 28 luglio 1973


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS