Una manifestazione, domani pomeriggio in piazza Montecitorio, per chiedere al Parlamento "misure urgenti a favore del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria all'interno delle carceri italiane, soprattutto in questa fase di conversione in legge del decreto rilancio".
A organizzarla è l'Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp), il cui presidente Giuseppe Moretti osserva che "il sistema penitenziario sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia, dopo le rivolte del marzo scorso, le evasioni e le morti dei detenuti avvenute in quei giorni, le devastazioni e i ferimenti degli agenti di Polizia Penitenziaria. Ferimenti e aggressioni che gli agenti subiscono quotidianamente da anni ormai e che sono divenuti intollerabili.
Non bastano i droni per ridare serenità lavorativa agli agenti che ogni giorno rischiano la propria incolumità nelle carceri".
Per Moretti, "è necessario dichiarare lo stato di emergenza delle carceri italiane, perché le rivolte del mese di marzo hanno messo in risalto con drammatica evidenza che il sistema penitenziario è al collasso".
L'Uspp ricorda di aver denunciato da anni il "numero insufficiente" di agenti di Polizia Penitenziaria rispetto alle reali necessità, nonché il fatto che questi siano "sprovvisti di adeguate dotazioni strumentali che potrebbero contribuire a rendere più sicure le carceri e a salvaguardare la loro incolumità".
Il personale attualmente in servizio, rileva Moretti, risulta di solo 37mila poliziotti penitenziari, con un gap di circa 4mila unita' complessive "rispetto ad una dotazione gia' irrealisticamente sufficiente". L'Uspp manifesta anche per contestare l'attuale modello custodiale delle 'celle aperte', e afferma che le carceri "sono ormai stracolme di soggetti con disturbi psichiatrici. "Non sono piu' rinviabili provvedimenti legislativi che prevengano e reprimano azioni violente dei detenuti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria", afferma Moretti, rilevando che "nel 2019 gli aggrediti tra gli agenti sono stati oltre 4.200, sostanzialmente quasi quadruplicati rispetto al 2018, dove il numero non ha superato i 1.200. Tutto questo e' inaccettabile - conclude - e ci spinge a chiedere che il Parlamento assuma provvedimenti anche esautorando il ministro della Giustizia su cui ricade in modo ineludibile la responsabilita' politica di tale stato di confusione nella gestione delle carceri".