“Se la politica dovesse chiamarmi ancora? Sono il felice procuratore di Catanzaro e sono nel contempo il ‘consulente gratuito’, sul mio telefono chiamano parlamentari di tutti i partiti. Dico quello che penso e poi fanno esattamente il contrario. Sono arrabbiato con la politica, dall’estrema destra all’estrema sinistra, perche’ sto ancora aspettando un governo e un Parlamento che concretamente, stando col culo sulla sedia, scriva articolati di legge. Ci devono fare le leggi, io sono arrabbiato col potere politico che non ha alibi. Portino un articolato in aula e poi vediamo chi sta da una parte o dall’altra”. Cosi’ il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, questa mattina a margine della presentazione del libro ‘Storia segreta della ‘ndrangheta’, scritto con lo storico delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso. Hanno partecipato all’incontro promosso dalla Regione Lazio il governatore Nicola Zingaretti e il presidente dell’Osservatorio per la Legalita’ e la Sicurezza della stessa Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi.
Il ruolo del Papa.
“Il rapporto con la Chiesa e’ molto forte, la chiesa da Roma in giu’ e’ anche potere, una cosa che sanno bene politici e ‘ndraghetisti. Le mafie hanno bisogno di pubblicita’. Quando un capomafia da’ dei soldi alla chiesa, o si fa vedere con il vescovo o con il prete, e’ una esternazione del potere. Oggi il rapporto e’ cambiato grazie anche a Papa Francesco perche’ e’ una persona rude e diretta – ha aggiunto Gratteri – pero’ dei comportamenti della Chiesa sono cambiati. Ha nominato vescovi nuovi e positivi. Incomincia a vedersi qualcosa rispetto alla sua idea della Chiesa. Speriamo arrivino altri vescovi come il vescovo Oliva di Locri”.
La riforma della giustizia
“Se il Paese e’ pronto a una vera riforma della giustizia? Oggi dico no, perche’ io ancora non l’ho vista. Sono abituato a dire quello che vedo e penso. A oggi con tristezza non vedo la volonta’ di fare una rivoluzione sul piano giudiziario e soprattutto legislativo. Se e’ la politica che non la vuole? – ha detto ancora Gratteri – Certo. La politica se volesse potrebbe fare questa rivoluzione e nell’arco di meno di dieci anni abbattere le mafie dell’80 per cento, nel rispetto della Costituzione se il potere politico volesse creare un sistema giudiziario diverso proporzionato a questa realta’ criminale”.
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