Dall'inizio di febbraio nel carcere di Reggio Emilia si sono registrati già 35 episodi destabilizzanti per l'ordine e la sicurezza dell'istituto tra cui nove danneggiamenti, quattro tentativi di suicidio, quattro incendi e due aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, l'ultima delle quali ieri. Lo denunciano i sindacati di categoria della Polizia Penitenziaria di Cgil, Cisl e Uil, che hanno indetto lo stato di agitazione per tutto il personale.
I sindacati chiedono in particolare di allentare la pressione riducendo i detenuti pericolosi di cui si chiede una redistribuzione in altri istituti. "L'attuale sezione destinata alla gestione di soggetti particolarmente pericolosi si è rivelata fallimentare per il semplice fatto che la presenza di tale sezione vede l'elevata concentrazione di soggetti problematici ben oltre il numero previsto inizialmente", spiegano Cgil, Cisl e Uil.
Infatti "tutte le 20 camere oggi risultano occupate da detenuti particolarmente pericolosi. Le restanti quattro camere sono destinate ai detenuti posti in isolamento disciplinare". Ma "gli istituti penali di Reggio Emilia, storicamente caratterizzati da numerose iniziative ricreative, scolastiche, formative, volte al reinserimento dei ristretti, sono fortemente penalizzati da tali insostenibili situazioni che inficiano il complessivo buon andamento dell'istituto". E non a caso sugli "alto risulta essere il burn-out del personale oramai esasperato da tale situazione che conseguentemente determina un elevato numero di assenze dal servizio". Insomma, chiudono le parti sociali, "è giunto il momento di invertire la rotta. Chiediamo ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria di intervenire urgentemente riducendo la capienza dei detenuti pericolosi della sezione di Reggio Emilia, redistribuendoli in altri istituti".