Si è avventato sulla donna per baciarla. Lui, un detenuto egiziano che fa uso di droghe. Lei, un’agente della Polizia Penitenziaria che, stretta tra le quattro mura della cella del carcere di Campobasso, non è riuscita a fuggire.
L’episodio durante il turno tra le 12 e le 18. Tre giorni dopo lo denuncia il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria. In una nota diramata agli organi di informazione l’ha definito un caso di “molestie fisiche” da parte del recluso originario dell’Egitto che “non è certo nuovo ad aggressioni ed episodi di risse e danneggiamenti nell’istituto penitenziario molisano”.
Ma questo si spiegherebbe perché, come hanno riferito da via Cavour i vertici della Penitenziaria, è tossicodipendente e ha problemi mentali: oltre alla terapia farmacologia, infatti, l’uomo è seguito da uno psichiatra e da uno psicologo.
Quel comportamento aggressivo, insomma, sarebbe dovuto a tali problemi. Nella struttura di via Cavour sono stati presi gli opportuni provvedimenti disciplinari, ma di fondo c’è una situazione di contesto difficilissima: il sovraffollamento della casa circondariale del capoluogo. Un problema di cui si parla spesso.
La struttura, negli ultimi mesi perquisita da cima a fondo dalle forze dell’ordine che hanno trovato droga e telefonini, ospita parecchi detenuti extracomunitari.
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