L’aggressione all’agente di Polizia Penitenziaria, questa mattina, ha acceso i riflettori sulla casa di reclusione di Sulmona e sulle condizioni di lavoro del personale in servizio, alle prese con carenze di organico e non solo. Dopo la telefonata del Guardasigilli Alfonso Bonafede, in serata A.P. l’agente ferito con olio bollente, ha ricevuto la telefonata del ministro dell’Interno Matteo Salvini che, dopo aver espresso solidarietà e vicinanza, ha annunciato una visita nel carcere cittadino interessato anche da un consistente ampliamento. Ma non è esclusa anche una visita direttamente in ospedale all’agente ferito gia dalle prossime ore.
Ma chi è il detenuto che ha buttato olio bollente sull’agente e ferito altri due poliziotti? E chi è l’agente?
Il detenuto è ritenuto “pericoloso per se stesso e per gli altri” come conferma Fabio Federico direttore sanitario del carcere cittadino, è condannato all’ergastolo per associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.*). “Ieri mattina” racconta Federico “l’ho ricevuto nel mio studio medico in carcere, siamo rimasti soli. Ho corso dei rischi perché, in passato, si è reso protagonista di gesti di autolesionismo, ma non è un detenuto da ex Opg”. Da stasera il detenuto è sottoposto a una sorveglianza speciale e guardato a vista.
L’agente, invece, è un 47enne di Chieti, in forze al carcere di Lanciano ma distaccato da un po’ di tempo nella struttura cittadina. Stamattina era il primo giorno di lavoro in quella sezione”.
Federico, ex sindaco di Sulmona del Pdl e ora coordinatore territoriale della Lega per Salvini premier, da oltre 32 anni direttore sanitario del carcere di Sulmona rimarca la gravità della situazione in carcere. “Finora c’è stato disinteresse da parte delle istituzioni per le condizioni lavorative degli agenti di Polizia Penitenziaria” sottolinea “in carcere lavorano padri di famiglia esposti costantemente a rischi. È la prima volta, dopo un episodio grave come quello di oggi, che i ministri dell’Interno e della Giustizia dimostrano interesse e vicinanza per la vittima, un agente. Io devo preoccuparmi della salute dei detenuti e del tutto il personale. Finalmente oggi i rappresentanti delle istituzioni si sono accorti che, in carcere, esistono anche la Polizia Penitenziaria e tante altre figure professionali che lavorano in condizioni davvero difficili”.
Domani Federico andrà a trovare A.P. in ospedale per verificare le sue condizioni di salute. E intanto non è difficile ipotizzare che, prossimamente, il penitenziario cittadino sarà al centro di visite istituzionali.
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