Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, risponde ai cronisti che lo interpellavano sul caso degli agenti di Polizia Penitenziaria arrestati a Torino per presunte torture su detenuti: le carceri "sono realtà difficili" anche perché "ereditiamo decenni di totale disinteresse nei confronti di una realtà che è stata considerata ai margini del mondo".
"Non entro mai, come ministro della Giustizia non posso farlo, in indagini e processi che sono in corso", ha detto, a margine di un convegno a Firenze. "Io - ha proseguito - ho portato avanti una politica molto chiara: in Italia chi sbaglia paga, e il principio della certezza della pena è un valore da portare avanti.
Chiaramente quella pena deve essere scontata in condizioni tali da poter ricevere dallo Stato il rispetto della dignità da parte del detenuto, e nel farlo le condizioni di lavoro in cui purtroppo sono costretti a lavorare gli agenti di Polizia Penitenziaria sono condizioni a volte inimmaginabili. Questo non fa nessun riferimento al caso di specie: non c'è nessun commento su un'indagine in corso. Il punto che posso dire rispetto alla realtà delle carceri è che stiamo lavorando tanto".