L'Ispettorato dei Cappellani delle Carceri italiane, guidato da don Raffaele Grimaldi, ha ricevuto in visita il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, assieme ai sottosegretari alla Giustizia e ai dirigenti generali dell'Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile. Reinserimento e giustizia riparativa sono stati i punti di convergenza per una promozione umana della persona fondata su dialogo, condivisione e speranza.
Consolidare un rapporto di collaborazione con i Cappellani (250 in Italia) che operano all'interno degli istituti penitenziari italiani, rafforzato dalla presenza del Guardasigilli, è importante per riflettere sul disagio che vive la realtà delle carceri, dice l'Ispettorato. "Il carcere serve per rieducare, non per reprimere", come ha ripetuto più volte Papa Francesco, perciò, promuovendo la cultura dell'incontro i luoghi di solitudine diventano luoghi di umanità attraverso la rieducazione della pena.
"In molti istituti di pena - ha detto don Raffaele Grimaldi - i detenuti lavorano e ricevono il loro compenso per il lavoro svolto, ma tutto ciò non basta se a questo anello debole della società non si propongono occasioni di vero recupero e di reinserimento sociale, a partire dal loro ingresso nella società, oltre le soglie del carcere nella desiderata libertà.
Tendere una mano, e donare loro fiducia è certamente un investimento sulla responsabilità verso chi ha vissuto la propria vita nella più totale illegalità con la consapevolezza del danno arrecato per il reato commesso". Perciò, "in una società - prigioniera dell'individualismo - che esclude, emargina e scarta, facendo crescere l'indifferenza, necessarie sono la responsabilità e la solidarietà".
La visita del ministro della Giustizia ha rappresentato e conferma, ancora una volta, l'azione pastorale e il dialogo della Chiesa - attraverso il servizio dei Cappellani e il vasto mondo del volontariato - con la res publica per individuare percorsi condivisi di reinserimento e di riparazione nel mondo penitenziario. Le carceri, è stato detto durante l'incontro cordiale nella sede dell'Ispettorato dei cappellani, non sono soltanto luoghi dove custodire la sicurezza della società, ma celle e cellule dove la marginalità diviene una opportunità che recupera l'aspetto umano e sociale della persona. "Non chiudiamo tra le sbarre la speranza - ha concluso l'ispettore dei Cappellani -, al contrario vorrei esortare la società civile ad essere sempre più accogliente verso coloro che hanno percorso vie sbagliate". Spalancare le porte del cuore, offrendo amore e misericordia è l'augurio condiviso tra il Ministro Bonafede e l'Ispettore dei Cappellani don Grimaldi.