Un agente di Polizia Penitenziaria, ossessionato dalla possibilità che la ex moglie potesse rifarsi una vita, ha più volte minacciato la donna di romperle i denti con un pugno. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto sia l’arresto sia il sequestro dell’arma d’ordinanza.
L’uomo, nonostante due procedimenti penali a suo carico non ha mai smesso di minacciare la ex moglie ed i suoi familiari, dimostrando un’indole tanto bellicosa, da proseguire a oltranza, per anni, con il solito, triste, a volte tremendo, copione dello stalker irriducibile: pedinamenti, offese, persino minacce, per strada e via telefono fino ad arrivare in alcuni casi a puntare l’arma d’ordinanza nei confronti del fratello della donna per intimidirlo.
Arrestato e pistola sequestrata
Ora, l’agente, un 48enne originario dell’area della Grecìa Salentina, è finito in arresto. Il giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo, infatti, esaminando il caso e, anche in considerazione delle denunce già presentate e, quindi, delle indagini pendenti a suo carico (la vittima ha interessato del caso l’avvocato Francesco Vergine), ha stabilito che l’uomo debba essere arrestato. La misura, ai domiciliari, è stata eseguita dai carabinieri. In più, il gip ha disposto il sequestro in via preventiva dell’arma d’ordinanza.
Una vicenda che dura da anni
Si tratta di una vicenda che va avanti da diverso tempo, visto che la coppia s’è separata nel 2014. E da allora, in un crescendo di paura, mai rassegnatosi al termine della relazione, l’uomo si sarebbe rifatto avanti con toni e modi sempre più aggressivi. Arrivando persino ad assillare le figlie nel tentativo di avere dettagli della nuova vita privata della ex consorte. La sua ossessione, infatti, la possibilità che lei si rifacesse una vita. “Se ti vedo con qualcun altro, ti faccio fuori”, le avrebbe detto in una circostanza. Promettendole che prima o poi gliele avrebbe fatte “pagare tutte”, fino ad avvertimenti più espliciti: “Qualche volta ti tiro un pugno e ti faccio cadere tutti i denti”.
Sotto casa, controllava l'auto
Tale sarebbe stata la smania di controllo, che l’uomo sarebbe arrivato a chiamarla per telefono ogni volta che, passando sotto casa, non vedeva l’automobile. E poi, c’era quella pistola. Non solo, in passato, l’avrebbe usata, come detto, per minacciare il fratello della ex, ma, addirittura, più volte il comandante diretto dell’agente, nel tempo, ne avrebbe disposto il ritiro, in via cautelativa, notando il suo collega troppo agitato. Tutti gli elementi prodotti, comprese varie testimonianze, hanno indotto il gip a ritenere attendibili le accuse a carico del 48enne, ritenendo che debbano essere disposti gli arresti domiciliari.